Il voyeurismo giornalistico sul ritorno a Cogne di Annamaria Franzoni

Categorie: Mass Media

La donna è stata condannata per aver ucciso il piccolo Samuele, suo figlio. Ma ha scontato la sua pena. Che senso ha scrivere articoli sui suoi giorni trascorsi in quella villetta?

Annamaria Franzoni è una donna libera che ha scontato la sua pena, come indicato dalla sentenza di condanna e dalla legge italiana. Eppure, a vent’anni dal delitto di Cogne, la morbosa attenzione mediatica intorno alla donna non si è mai placata. Di tanto in tanto – come nella ciclicità della storia – testate e trasmissioni televisive tornano a occuparsi di lei, andando a rendere noti dettagli che non servono a nulla (se non a foraggiare i facili click con titoli scandalistici). Il classico voyeurismo mediatico e giornalistico che spaccia per notizie quelle che sono a tutti gli effetti delle non-notizie.



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L’ultima, in ordine cronologico, riguarda il suo ritorno nella villetta di Cogne avvenuto a cavallo tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. Non forniremo altri dettagli, perché è proprio questo il problema dello stato dell’informazione. Pur trattandosi di una non-notizia (anche perché non è la prima volta che Annamaria Franzoni è tornata in quella casa dove il 30 gennaio del 2002 – come confermato dalla sentenza della Corte di Cassazione – ha ucciso il piccolo Samuele, suo figlio), basta fare una rapida ricerca su Google News per vedere come l’intero arco mediatico-giornalistico italiano (e ci stiamo limitando alle versioni online delle testate) abbia dedicato ampio spazio a questo non-evento.



Annamaria Franzoni, il voyeurismo sul suo ritorno a Cogne

Articoli infarciti di dettagli sul ritorno di una libera cittadina che ha scontato la sua pena, con tanto di parole pronunciate da «sorpresi vicini» che hanno riportato narrazioni inutili. Inutili perché il suo ritorno a Cogne non è una notizia. Eppure le luci della ribalta su di lei non si sono mai spente e, ancora oggi, il giornalismo italiano prosegue nel suo voyeurismo basato su articoli sensazionalistici (con tanto di titoli sensazionalistici) su non-notizie che di sensazionalistico non hanno nulla. Questa, come in passato è già accaduto, è l’ennesima dimostrazione della direzione che il mondo mediatico italiano ha intrapreso. Sull’orlo del precipizio.