Il ragazzo che torna in vita poco prima dell’espianto di organi

16/05/2014 di Redazione

Due anni fa Sam Schmid ebbe un incontro ravvicinato con la morte: si trovava in coma ed aveva subito dei gravi danni cerebrali in seguito ad un incidente d’auto quando i medici stavano discutendo sulla donazione d’organi con i genitori del ragazzo ed erano pronti a staccare la spina e annunciare la morte cerebrale. Schmid sorprese tutti quelli che stavano al suo capezzale quando ha mosso due dita per far capire ai presenti che era ancora in vita. Nessuno però si sarebbe mai immaginato che lo studente sarebbe tornato sui banchi dell’università o addirittura a parlare e camminare.

coma espianto organi 2

IL RECUPERO – Oggi Schmid ha 23 anni, gioca a basket e un giorno spera di diventare veterinario. Il ragazzo ha detto di essere riconoscente al suo chirurgo e al Center for Transitional Neuro Rehabilitation del Barrow Neurological Institute per il suo recupero miracoloso. «Sono sorpreso del risultato finale», ha detto il ragazzo ad Abc News, aggiungendo che il suo recupero è frutto del «duro lavoro» svolto all’Barrow Neurological Institute. La neuropsicologa Kristi Husk ha guidato un team di terapisti che ha seguito il ragazzo per 40 ore alla settimana negli ultimi due anni. Quando Schmid è arrivato nella struttura camminava con un girello e aveva difficoltà ad esprimersi ed ingerire il cibo. «Il suo recupero è stato straordinario», ha detto la Husk «siamo molto orgogliosi di lui. Sam è di gran lunga il recupero più straordinario che ho seguito».

Leggi anche: Il ragazzino che si sveglia dal coma con i goal di Cristiano Ronaldo

L’INCIDENTE – Il 19 ottobre 2011 stava tornando da un allenamento di basket quando un furgone invase la sua corsia. La Jeep che stava guidando prese il volo e colpì un palo della luce. Su ruppe la mano sinistra ed entrambi i femori, ma riportò i danni più gravi al cervello, venne quindi trasportato al St. Joseph’s Medical Center di Phoenix dove alcuni specialisti eseguirono un intervento d’emergenza per cercare di salvargli la vita. Dopo l’intervento Schmid non diede segni di vita per giorni, poi il risveglio che la madre del ragazzo ha definito «una manna dal cielo». Le sfide psicologiche che il ragazzo avrebbe dovuto in seguito affrontare per il recupero erano grandi almeno quanto quelloe fisiche, ma ce l’ha fatta. La dottoressa Husk a detto di doversi «complimentare con Sam per essere stato così determinato. Se c’è una cosa che ho imparato è che non bisogna rassegnarsi con questi pazienti, perché vi sorprenderanno».


ABC US News | ABC Entertainment News

Share this article