Questa mattina abbiamo scelto di aprire la giornata con una riflessione sulla scelta del Messaggero di pubblicare il video dello stupro avvenuto a Piacenza per mano di un richiedente asilo ai danni di una donna ucraina. Ora l’articolo a corredo di quel video – come evidenziato su Twitter dal giornalista Marco Laudonio e come verificato qui in redazione – non è più disponibile. Il video stupro Piacenza rimosso a questo punto della giornata era finito, come abbiamo raccontato, sulla bacheca di Giorgia Meloni che non ha esitato a sfruttare questa storia – così come ha fatto Matteo Salvini, scegliendo però di non condividere il filmato – per fare propaganda elettorale sul tema di punta della destra che tutti ben conosciamo: la lotta all’immigrazione.
#ègiornalismo pubblicare il video di uno #stupro con urla, città, voce riconoscibile? No. #Vergogna per chi pubblica e rimuove dopo ore. #senzaparole per chi rilancia e strumentalizza in campagna elettorale (spesso iscritti ODG). #rabbia per policy uncensored piattaforme social pic.twitter.com/rwrBdLYLr4
— Marco Laudonio (@marcolaudonio) August 22, 2022
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La marcia indietro del Messaggero, che ha scelto di pubblicare nella giornata di ieri un contenuto che – seppure graficamente censurato – lasciava intendere perfettamente, tramite voci e urla, quello che stava succedendo. Stuzzicare la morbosità del lettore entrando in empatia con lui e non con la vittima, la cui dignità è evidentemente lesa con la pubblicazione di un contenuto del genere, è una scelta che sembra – seppure non ci siano ancora scuse o chiarimenti rispetto al gesto, solo la rimozione del contenuto – non essere riconfermata a circa 24 ore dalla pubblicazione del pezzo.
Peccato solo che, ormai, sulla bacheca di Giorgia Meloni quel contenuto sia stato caricato e continui ad essere presente nonostante l’originale sia stato rimosso dal sito di informazione. L’aspirante premier ha difeso la sua scelta rincarando la dose su Facebook e ribattendo a Enrico Letta: «Non consento a Enrico Letta di diffondere menzogne sul mio conto e fare bieca propaganda sul gravissimo stupro di Piacenza. Il video pubblicato sui miei social è oscurato in modo da non far riconoscere la vittima ed è preso dal sito di un importante quotidiano nazionale, a differenza di quanto da lui sostenuto».
Importante quotidiano nazionale che ha scelto di rimuovere il filmato rispettando – seppure in ritardo – criteri deontologici che anche Giorgia Meloni dovrebbe conoscere bene, essendo giornalista professionista iscritta all’albo dal 2006 (e come da lei rivendicato nel suo CV).