Il governo chiede 150 euro agli insegnanti e fa arrabbiare tutti

07/01/2014 di Redazione

Non bastavano le trattenute in buste paga e l’aumento delle tasse: a rendere amaro l’inizio di questo 2014 degli insegnanti è arrivata una brutta sorpresa, cioé la procedura di recupero per gli “scatti stipendiali” che il governo ha attivato sul 2013.  Il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, in una lettera inviata oggi al collega dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha chiesto che la procedura fosse sospesa, e alla sua si sono unite moltre altre voci.

 

 

150 EURO AGLI INSEGNANTI, LA POLEMICA – Nella missiva la titolare del dicastero di viale Trastevere, secondo quanto si apprende dallo stesso ministero, segnala l’urgenza dell’iniziativa visto che nei prossimi giorni si procederà ai conteggi per gli stipendi di gennaio e quindi a operare le trattenute per il recupero degli scatti. Nei giorni scorsi da parte dei sindacati c’erano state vivaci proteste a questo proposito con la minaccia di scioperi. “Le istruzioni impartite dal Ministero dell’Economia per un graduale recupero degli scatti maturati nel 2012 costituiscono una decisione inaccettabile che va bloccata, una vera e propria provocazione che se attuata non potrà rimanere senza risposta” aveva sottolineato il segretario generale della Cisl Scuola Francesco Scrima. E la Gilda aveva lanciato un aut aut: “Siamo stanchi di aspettare: vengano restituiti ai docenti gli scatti stipendiali 2012 o sarà sciopero generale”. Anche sui social network serpeggia la polemica:

 

150 EURO AGLI INSEGNANTI, LA PREOCCUPAZIONE DI FARAONE – “Apprendo con preoccupazione della diramazione di una nota del ministero dell’Economia, in cui si chiede la restituzione di circa 150 euro mensili ai docenti che hanno maturato gli scatti 2013. Si tratta, infatti, di importi provenienti dal taglio dei fondi di funzionamento delle scuole che erano stati promessi ai docenti come pagamento dei dovuti scatti di stipendio”. Lo afferma Davide Faraone, responsabile scuola e welfare del Pd. “Il danno, cioé il taglio di quei fondi sacrosanti, si somma adesso alla beffa: una volta percepite e spese queste somme i docenti le dovranno restituire. Siamo dunque all’assurdo: dopo i diritti acquisiti e i diritti offesi siamo giunti ai diritti restituiti. Mi auguro – conclude – che tutto cio’ sia un equivoco. Rimango sorpreso perche’ ancora una volta si va a punire col segno meno l’unica categoria di lavoratori dello Stato che ha prodotto nel 2013 un segno più”.

I 150 EURO E BEPPE GRILLO – In mattinata anche Beppe Grillo era entrato a gamba tesa sull’argomento, in un post firmato Luigi Gallo:

“Temevamo tutti questo momento in cui il governo avrebbe oltrepassare la linea gettandosi nell’agghiacciante scenario in cui versa la Grecia. Il ministero dell’economia metterà le mani sugli stipendi dei docenti decurtandoli di 150 euro per chi nell’anno 2013 ha avuto scatti stipendiali. Chi è scattato a gennaio 2013, a gennaio 2014 manterrà lo scatto ma dovrà restituire i soldi percepiti in più nell’anno 2013. Chi invece ha avuto lo scatto da settembre 2013, a gennaio 2014 verrà retrocesso come posizione stipendiale e dovrà restituire i soldi percepiti in più da settembre 2013. Tutti i lavoratori interessati troveranno inserito nel cedolino dello stipendio di gennaio un messaggio che comunica loro il recupero dei soldi percepiti in più, suddiviso in rate mensili da 150 euro, fino alla concorrenza del debito. Il M5S cercherà di impedire questo pericoloso precedente e la prossima settimana chiederemo al governo, con un atto ispettivo, di prevedere un’alternativa a questa operazione immorale o un immediato dietrofront.” Luigi Gallo, Commissione Cultura M5S Camera

Peccato che lo stesso Grillo, tempo fa la pensasse diversamente sugli stipendi degli statali

Chi fa parte del gruppo A ha votato in generale per il M5S, chi fa parte del gruppo B per il Pld o il pdmenoelle. Non c’è nessuno scandalo in questo voto. E’ però un voto di transizione. Le giovani generazioni stanno sopportando il peso del presente senza avere alcun futuro e non si può pensare che lo faranno ancora per molto. Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile, è un dato di fatto, lo status quo è insostenibile, è possibile alimentarlo solo con nuove tasse e con nuovo debito pubblico, i cui interessi sono pagati anch’essi dalle tasse. E’ una macchina infernale che sta prosciugando le risorse del Paese. Va sostituita con un reddito di cittadinanza.

Forse non sapeva che gli insegnanti sono statali anche loro.

(Photocredits ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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