L’accordo, ancora non approvato definitivamente, strappato dal sindacato degli attori e degli sceneggiatori americani (SAG-AFTRA) all’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), non riguarda solamente i salari. La mobilitazione che ha bloccato l’intera filiera produttiva di Hollywood, iniziato lo scorso luglio e che si è concluso ufficialmente nella notte tra il 9 e il 10 novembre, aveva messo al centro anche il tema degli usi e degli abusi dell’intelligenza artificiale dentro e fuori dai set. Ed è per questo che nella proposta di accordo tra le parti (ora sottoposta al voto degli oltre 170mila iscritti al sindacato) si fa riferimento a un concetto fondamentale per il futuro della produzione cinematografica: la replica digitale. Anche per quel che riguarda le comparse.
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All’interno del suddetto documento messo ai voti, vengono definite le linee guida per una convivenza “pacifica” tra sceneggiatori/attori e strumenti di intelligenza artificiale utilizzati dai produttori di film, serie tv e produzioni televisive.
Nei dettagli, oltre alle definizioni, vengono specificate le best practices che i produttori dovranno seguire nell’utilizzo degli strumenti di intelligenza artificiale e i “diritti” che gli attori (comprese le comparse) devono rivendicare in caso di uso dell’AI sul set.
Cosa si intende per replica digitale? Si tratta di figure “umane” generate (create) durante l’impiego di un interprete con la sua partecipazione fisica e utilizzate per ritrarre lo stesso interprete in scene che non ha effettivamente girato. Dunque, per fare un esempio: attraverso l’AI si possono utilizzare le “fattezze” di un attore in formato digitale (apparentemente “naturali”) e inserirle in scene in cui quello stesso attore non è in scena. Fatta questa premessa, andiamo a scoprire cosa prevede l’accordo raggiunto dal sindacato. E lo faremo partendo dalla necessità del consenso da parte dell’interessato (quindi con clausole ad hoc sancite dal contratto tra le parti):
Quattro punti focali a cui si aggiungono le linee guida da seguire per quel che riguarda un’adeguato compenso anche per l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale:
L’utilizzo dell’AI, dunque, non sarà più solamente a discrezione della produzione. Gli attori e gli sceneggiatori avranno non solo voce in capitolo, ma anche il diritto di ricevere un compenso. Il tutto, ovviamente, deve seguire alcuni aspetti fondamentali a livello di contrattazione trasparente:
«È necessario ottenere un consenso chiaro e visibile per alterare digitalmente la performance dell’esecutore materiale precedentemente registrato, a meno che non rimanga sostanzialmente come da copione, esecuzione e/o registrazione. I produttori forniranno una descrizione ragionevolmente specifica delle modifiche previste. Se i movimenti labiali o facciali vengono alterati per far sembrare che un attore di sfondo stia parlando e viene aggiunto un dialogo, verrà aggiornato da un “day performer».
Vincoli che, dunque, non sono derogabili affinché ci sia una convivenza tra gli attori, gli sceneggiatori e l’intelligenza artificiale. Dentro e fuori dal set.
Altro aspetto molto interessante all’interno del documento condiviso dal sindacato SAG-AFTRA con i suoi oltre 170mila iscritti, riguarda le comparse.
Parliamo, dunque, delle cosiddette comparse che, in gergo cinematografico/americano si chiamano “background actors“. Anche per loro sono previsti degli accordi con i produttori, visto che l’AI è in grado – per esempio – di moltiplicare una folla di persone rendendola molto più ampia rispetto alle persone realmente impiegate sul set. Anche in questo caso è richiesto un consenso esplicito ai partecipanti e, soprattutto, l’intelligenza artificiale potrà solo essere un corredo: è necessario il coinvolgimento di comparse. Dunque, non può essere tutto artefatto digitalmente.
Questi sono i punti focali dell’accordo, relativo all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che ha messo la parola fine sullo sciopero di Hollywood.