Il boss della ‘ndrangheta che aveva conquistato il Piemonte

I carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, il Ros e lo squadrone eliportato Cacciatori di Calabria, a Casignana (RC), piccolo comune della locride, hanno catturato il latitante Rocco Trimboli, nato a Plati’ il 9.5.1967, alias ‘Piseia’, inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi.

RICERCATO – Trimboli, spiega una nota dei militari, era ricercato, dal maggio 2010 a seguito di ordine di carcerazione n. 351/2010 Siep emesso dalla Procura Generale di Torino, dovendo scontare un residuo pena di anni 11, mesi 1 e giorni 8 di reclusione, in quanto condannato in via definitiva per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti (operazione Riace del Comando Provinciale Carabinieri di Torino); ordinanza di custodia cautelare in carcere n* 5418/07 R.G. GIP e n. 6191/07 Rgnr Dda, emessa dal Gip del Tribunale di Torino in data 31.05.2011, in quanto ritenuto responsabile di associazione di tipo mafioso (operazione Minotauro Comando Provinciale Carabinieri di Torino).

 

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RIACE – Come documentato nell’ indagine ‘Riace’, a partire dai primi anni ’90, il gruppo Marando – Trimboli, facente capo a Pasquale Marando e in cui Rocco Trimboli aveva, gia’ allora, un ruolo apicale, era attivo nel traffico internazionale di stupefacenti, operando tra la locride e la provincia di Torino. Tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000, con la scomparsa del fratello Antonio Giuseppe (lupara bianca) e di Pasquale Marando (lupara bianca), nonche’ di altri appartenenti alla famiglia di quest’ultimo, Trimboli, all’epoca latitante per la misura cautelare dell’Indagine Riace, diveniva, di fatto, il capo dell’omonima ‘ndrina, rientrando, per curare gli affari dell’organizzazione, stabilmente su Plati’.

LE NDRINE – Infatti, sulle montagne di Plati’, nel 2001, era stato localizzato ed arrestato da personale del Ros, dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria e dal Gruppo di Locri, mentre si trovava in compagnia di un altro latitante Pasquale Barbaro (detto ‘Testa di Muschitta’ – cl. 61, appartenente alla ‘ndrina Castani e cognato di Giuseppe Gambazza Pelle), nonche’ altri 8 affiliati, tutti sorpresi durante un summit di ‘ndrangheta. Nel 2003, proseguono i Carabinieri, dopo essere stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare, avvalendosi della collaborazione dei fratelli Saverio (gia’ latitante inserito nell’elenco dei 100) e Natale (attualmente latitante) e, proprio in virtu’ del suo rilevantissimo ruolo in seno alla ‘ndrangheta del paese di origine, ha continuato a rappresentare un irrinunciabile punto di riferimento per le collegate ndrine piemontesi e lombarde.

 

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IL NORD – Il suo contributo costante allo sviluppo dell’organizzazione mafiosa denominata ‘ndrangheta’ in Piemonte e’ stato, infatti, alla base del provvedimento restrittivo scaturito dall’operazione Minotauro, condotta dai Carabinieri, in Piemonte, nel giugno del 2011, con l’arresto di 150 indagati, ritenuti appartenenti alla ‘ndrangheta. In Piemonte, Trimboli continuava a recarvisi prima del successivo stato di latitanza, per partecipare a riti di affiliazione di nuove leve ‘ndranghetiste, organizzate al Nord ma sempre decise dai vertici del locale di Plati’. Tra il 2009 ed il 2010, l’Arma, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale di Reggio Calabria, ha individuato e sequestrato ben 10 bunker risultati nella disponibilita’ di soggetti legati/appartenenti alla ‘ndrina, attualmente capeggiata dallo stesso Trimboli, a conferma di come le organizzazioni ‘ndranghetistiche, siano solite predisporre, a priori, complesse strutture logistiche per garantire ai loro capi ed affiliati.(ASCA)

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