Ignazio Marino e il discorso del Samurai: “La destra torni nelle fogne”
22/06/2015 di Tommaso Caldarelli
Ignazio Marino piomba alla festa dell’Unità di Roma per il discorso della ripartenza dopo Mafia Capitale: quindici slide da un minuto una dopo l’altra per rivendicare i risultati raggiunti dalla giunta di Roma e per disegnare le prospettive del futuro; ma quel che è più importante è che il Sindaco giunge ai prati del Parco delle Valli circondato da urla di stima e di affetto di militanti del Partito Democratico della Capitale. “Ignazio vai, Ignazio resisti”, urlano i cittadini mentre il primo cittadino arriva circondato dai giornalisti.
IGNAZIO MARINO, “LA DESTRA TORNI NELLE FOGNE” –
Il sindaco sale sul palco e, dirà dopo un esponente di rango della maggioranza, sembra “un samurai”. Pronto a tutto, pronto a reagire e a resistere al bombardamento che potrebbe arrivare da Palazzo Chigi dove tutte le voci parlano di un presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi che è sempre più convinto di voler trovare un modo per silurare la giunta romana. Dopo stasera, però, il compito potrebbe risultare più impervio, almeno a sentire gli umori della folla, dei consiglieri comunali e della giunta dopo il grande momento del primo cittadino romano. Ma andiamo con ordine: Ignazio Marino sale sul palco e attacca, subito e frontalmente, la destra di Gianni Alemanno. “Quando sono arrivato in Campidoglio ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare. E quella destra che oggi si erge a paladina di morale e legalità, ma tornasse nelle fogne”. Urla: la folla è in delirio.
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IGNAZIO MARINO: “GIANNI ALEMANNO MI DISSE DEI NOMI PER I CDA” –
“Abbiamo anticipato la magistratura, chiudendo Malagrotta, impugnando il lodo Colari, abbiamo mandato via Franco Panzironi da Ama prima che la magistratura lo condannasse a cinque anni. Abbiamo cambiato lo stile di fare le cose: vi racconto un segreto”, dice il sindaco di Roma: “Quando stavamo cambiando i Cda delle municipalizzate mi chiamò il mio predecessore Gianni Alemanno per dirmi che aveva ‘due nomi da segnalarmi’. Io non capii, pensai che volesse presentarmi dei curriculum, e lui disse: ‘Ma il Pd non ti ha detto niente?”. L’ex sindaco ha già annunciato querela contro Marino per queste affermazioni.
Ho querelato di nuovo #Marino per diffamazione: per fare il censore della #Destra si é inventato telefonate con me che non ci sono mai state
— Gianni Alemanno (@AlemannoTW) 21 Giugno 2015
“Il medico si giudica alla fine della cura”, dice il sindaco, escludendo radicalmente qualsiasi ipotesi di dimissioni fino al 2023.
IGNAZIO MARINO, LE SLIDES PER RIPARTIRE –
I temi corrono veloci: sui rifiuti Marino rivendica la chiusura di Malagrotta e l’aumento della percentuale di differenziata; sulla mobilità annuncia i tempi di apertura della Metro C, “entro il 2016 arriveranno a Roma i cassonetti della spazzatura completamente nuovi e 700 nuovi autobus, che rinnoveranno il parco mezzi di Atac”; ancora: “Entro il 2018 apriremo oltre 6mila nuove unità di alloggi popolari”e, insiste il sindaco, “finora mi avete criticato per le buche, adesso preparatevi a criticarmi per i cantieri perché a luglio e agosto apriamo tutto, completeremo opere strategiche come il collettore della Tiburtina, l’anello ferroviario da Valle Aurelia a Val d’Ala”. Al di là dei contenuti, quel che conta è il rapporto, evidente e ristabilito, fra il sindaco e la platea: dialogano, i cittadini urlano sottoponendo problemi, il sindaco risponde dal palco. L’entusiasmo è palpabile, gli applausi forti; per qualcuno è “un discorso da campagna elettorale”.
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IGNAZIO MARINO, IL SAMURAI –
E’ evidente che per tutti i presenti questo è il momento della distensione, del recupero, della ripartenza dell’amministrazione dopo Mafia Capitale e sopratutto dopo le bordate da Palazzo Chigi su un’eventuale caduta della giunta Marino. Il commissario del Pd Roma e presidente del Partito Democratico Matteo Orfini, sentito da Giornalettismo blinda la situazione. “Sono contento e soddisfatto. La giunta rimane al suo posto, Silvia Scozzese non si muove da lì e Guido Improta non si dimetterà; aspettiamo la relazione del prefetto Franco Gabrielli su Mafia Capitale per fare il punto dell’amministrazione. Il Partito Democratico sostiene questa giunta; questo discorso di Ignazio Marino chiude qualsiasi discussione, peraltro mai aperta, e questa risposta popolare ci trasmette l’energia che ci serve”, dice Orfini. I consiglieri del Partito Democratico presenti tirano un sospiro di sollievo. “Siamo rincuorati, è cambiato l’approccio. Siamo passati dal professore al politico, era ora”. I problemi rimangono, certo, “ma lo stile è diverso; è un momento di fibrillazione e bisogna cambiare passo”. Quello di Ignazio Marino è “il discorso del Samurai” pronto a combattere fino alla fine. Ma contro chi? Contro le sirene di Palazzo Chigi: radio governo trasmette bufera, c’è chi continua a giurare che Matteo Renzi abbia deciso che Roma tornerà a votare nel 2016 con le altre grandi città, ma bisognerà aspettare per saperlo. Se Renzi insistesse, si potrebbe aprire un conflitto duro fra il livello nazionale e quello romano, sia politico che amministrativo. Un cortocircuito pronto a far saltare tutto.