I talk ora inseguono il web, ma lo fanno male. Nasce una nuova egemonia culturale?

25/05/2016 di Marco Esposito

L’ultima frontiera dei Talk è il web. La trasformazione dei vari Ballarò, Di Martedì, Virus è sotto gli occhi di tutti. Vista l’emorragia di ascolti negli ultimi due anni, hanno deciso di puntare meno sulla politica, e di più sui temi vicini al “paese reale“. E quindi ad un certo punto – martedì sera – abbiamo vissuto il paradosso che due dei talk più noti per il loro approfondimento politico, intorno alle 23,30, si davano battaglia a colpi di diete e farmaci. Infatti, su Rai Tre Massimo Giannini sceglieva di parlare di Omeopatia, mentre Giovanni Floris discuteva di diete e false scorciatoie per dimagrire. Generando un effetto assolutamente paradossale: si aveva la netta sensazione, anche per la presenza di Mirabella tra gli ospiti Ballarò, di vedere il caro e vecchio Elisir, il programma storico di Rai Tre dedicato alla salute, trasmesso in contemporanea su due canali.

La diatriba tra medicina ufficiale e Omeopatia, così come trovare il modo più efficace per dimagrire sono due classici temi caldi del web. Capaci di scatenare interesse e discussioni infinite. Insomma, giunti all’anno domini 2016 il talk politica, la tv, insegue il web. O meglio, cerca di inseguire il web su quelli che sono i temi più cercati e cliccati. La tv – potremmo dire – in qualche modo si allinea anche lei a Google, e quello che i cittadini, il famoso “paese reale”, cerca sui motori di ricerca.

Dopo anni e anni durante i quali la tv, i talk e i giornalisti dei “media tradizionale” trattavano con una certa sufficienza tutto quelle che veniva scritto e trattato “su internet”, ci ritroviamo la tv ad inseguire gli argomenti tipici del web: vaccini si Vs vaccini no, l’Omeopatia è utile o inutile?, come fare per dimagrire?, come evitare le truffe in casa? Tutte quelle che comunemente in ambito web vengono definite “chiavi di ricerca“. Un altro esempio? alle ore 00.10, a Ballarò ormai concluso, su LA7 Floris lanciava il tema delle truffe per i viaggi online. Tema caldo sui motori di ricerca in questi giorni. Il bello è per discuterne, sui nostri schermi riapparivano Antonio Catricalà e Myrta Merlino, già protagonisti due ore primi (poveri!) del pezzo di trasmissione dedicato alle truffe nei confronti degli anziani.

Insomma, da una parte i talk prendono atto che ormai il pubblico interessato alla politica è sempre più ridotto e non basta più a raggiungere gli obiettivi di ascolto che la rete ha fissato, e decidono così di occuparsi di più dei problemi di cittadini, dall’altra con un occhio al web, autori e conduttori sembrano ancora un pochino lontani dall’aver individuato la formula giusta.

Può una stessa trasmissione, uno stesso conduttore, parlare di marmellate e dopo cinque minuti avere la credibilità per intevistare Alessandro Di Battista? Può Massimo Giannini che intervista Virginia Raggi con grande competenza parlarci poi della ciste del figlio? Come ne esce la sua credibilità ai nostri occhi, agli occhi del telespettatore?

Sul web è ormai piuttosto comune che le testate come Giornalettismo, ma anche come Corriere e Repubblica, parlino di argomenti diversi, sfiorando o arrivando anche all’infotainment. Sul web, inoltre, è possibile essere meno paludati o formali rispetto alla televisione: sia nel linguaggio, sia nell’approccio. Anche perché è sempre l’utente che arriva sulla singola pagina del quotidiano online, perché è esattamente quello che sta cercando. In televisione, invece, parlare di alcuni temi – come l’omepatia – è molto più delicato, perché il solo “essere in televisione” in qualche modo agli occhi di molti telespettatori significa essere credibili, o “acquisire” importanza. Senza scordare che la televisione è molto più irruente nell’entrare nelle nostre case, oltre a non ammettere repliche, cose che un articolo online invece consente in vari modi.

Probabilmente siamo davanti al primo tentativo di ibridazione, di aggiustamento del format del talk politico, e c’è molta strada da fare. Ma, forse, iniziamo a vedere i primi effetti di un cambiamento culturale. Fino ad oggi avevamo il web che si occupava e seguiva quello che accadeva in televisione. Spesso e volentieri, soprattutto nelle ore serali, nel prime time televisivo, le ricerche su google sono molto condizionate da ciò che avviene in televisione. Sono moltissimi coloro i quali seguono la tv con un “second screen” – un laptop, un cellulare, un tablet – tra le mani, cercando la trama del film in onda, oppure digitando sui motori di ricerca i nomi di persone che non conoscono e che magari sono ospiti in televisione. Ora, invece, è la tv che insegue il web. Una nuova egemonia culturale?

UPDATE DEL 25/5/2016 ORE 11.00

Arrivano i dati di ascolto, che confermano due cose. Il definitivo sorpasso di Floris su Ballarò, che vince sia in termini di share sia in termini di ascolti assoluti, sia che – probabilmente proprio grazie a questi nuovo temi tipici del web – riesce a portarsi quasi al 7% di share. Un vero e proprio trionfo per un programma de LA7.

Nella battaglia a distanza tra Massimo Giannini e Giovanni Floris a festeggiare è quest’ultimo: il suo DiMartedì su La7 fa segnare 1.342.000 telespettatori e poco meno del 7% di share (6.9%) e stacca il diretto competitor, ossia Ballarò su Rai 3 che si ferma a quota 1.154.000 “teste” e 5.2%

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