I posti in cui non vorresti mai vivere
08/12/2011 di Claudia Santini
Le baraccopoli: abitazioni in condizioni precarie, case di lamiera e rifiuti, condizioni igieniche disastrate: questa la realtà abitativa per molti poveri in vari Paesi
Il mese scorso, 3.000 forze di sicurezza hanno preso d’assalto una delle più grandi bidonville del Brasile, prendendo il controllo di un’area del Paese che veniva descritta come abbandonata «nelle mani di un potere parallelo” per oltre tre decenni. “Stiamo restituendo la dignità e il territorio alle persone”, ha dichiarato José Mariano Beltrame.
SITUAZIONE IN BRASILE – Solo il 5% dei residenti nella favela Rocinha di Rio hanno accesso al sistema di welfare e solo il 21% ha accesso all’acqua corrente; questi i dati rivelati dall’economista Marcelo Neri. Secondo le statistiche raccolte tra il 2008 e il 2009, la spazzatura veniva regolarmente ritirata solo al 12% della popolazione della zona, mentre la posta viene consegnata solo 33% dei cittadini negli slum. Il Brasile ha più di 1.000 baraccopoli che insieme ospitano circa 6 milioni di persone, secondo i calcoli dell’Associated Press riportati dall’Huffington Post. La popolazione mondiale è cresciuta esponenzialmente negli ultimi 50 anni e le città hanno sopportato il maggior peso di questa espansione. Nel 2007, per la prima volta nella storia, le persone che vivono nelle città sono più numerose di quelle che vivono in campagna.
NUOVO HABITAT URBANO – In questi 50 anni anche i poveri si sono trasferiti, creandosi nel mondo un nuovo habitat urbano. Gli slum rappresentano il peggio della povertà urbana e delle disuguaglianze, come hanno reso noto le Nazioni Unite in un report del 2003 sulle baraccopoli. Il rapporto mostra che gli slum rappresentano le peggiori condizioni abitative urbane, la mancanza di servizi di base, sono spesso sovraffollati o situati su terreni pericolosi e spiega che:
Le aree degli slum hanno alte concentrazioni di povertà e di deprivazione sociale ed economica, includendo famiglie distrutte, la disoccupazione, l’esclusione fisica e sociale. Abitanti dei quartieri poveri hanno un accesso limitato al credito e ai mercati del lavoro formale a causa della stigmatizzazione, della discriminazione e dell’isolamento geografico. Le baraccopoli sono spesso destinatarie di sostanze nocive della città, tra cui rifiuti industriali e scarichi nocivi, e la terra accessibile solo agli abitanti degli slum è spesso fragile, pericolosa o inquinata – terra che nessun altro vuole.
L’Huffington ci mostra una panoramica degli slum nel mondo.
BUENOS AIRES, ARGENTINA – In questa foto del 13 ottobre 2011, vediamo persone passeggiare accanto alle case dipinte di fresco nella baraccopoli Villa 31 che si affaccia sui quartieri benestanti di Buenos Aires.
Un agglomerato di baraccopoli, spesso definito UN-HABITAT, è sempre sprovvisto di accesso all’acqua, di accesso ai servizi igienici adeguati, di protezione da sfratti, e dalla sicurezza che le abitazioni durino o che abbiano superficie abitabile sufficiente.
SANTA MARTA, RIO DE JANEIRO, BRASILE – Questa immagine mostra una panoramica della favela Santa Marta il 15 luglio 2011.
Le baraccopoli in Brasile si chiamano favelas. Solitamente si trovano alla periferia delle grandi città, come Rio de Janeiro o Sao Paulo. I Quartieri di favelas, costruiti senza permesso, sono afflitti dalla mancanza di reti di servizi igienici, elettricità e impianti idraulici. Preparandosi ad ospitare la Coppa del Mondo 2014 e le Olimpiadi del 2016, il Brasile ha cercato di “ripulire” molte favelas, portando a sgomberi forzati e demolizioni.
MORRO DOS PRAZERES, RIO DE JANEIRO, BRASILE – In questo caso abbiamo una visione notturna della grossa favela Morro dos Prazeres, posta su una collina di Rio de Janeiro. L’immagine è stata scattata l’8 ottobre 2011
VILLAS MISERIAS DI BUENOS AIRES – Dei ragazzi giocano a calcio in un vicolo della baraccopoli Villa 21-24 a Buenos Aires il 4 ottobre 2011.
Le baraccopoli in Argentina vengono chiamate villas miserias, o città della miseria. Queste baraccopoli hanno livelli di povertà simili a quelle delle loro controparti brasiliane, tuttavia i signori della droga detengono meno potere.
VILLA 20, BUENOS AIRES – Un uomo tenta di allacciarsi illegalmente al servizio elettrico a Villa 20, una baraccopoli con una popolazione di 25.000 persone e che si estende su 29 quartieri a Buenos Aires, nell’ottobre del 2007.
I GECEKONDU IN TURCHIA – Una donna cucina nella baraccopoli di Diyarbakir, nel 27 maggio 2004, dietro le mura della città turca.
Gecekondu significa letteralmente ‘costruita durante la notte’. Per tagliare i costi di alloggio e l’urbanistica, il governo ha permesso la costruzione di gecekondu nelle grandi città, come Istanbul, fino al 1980. Più recentemente, un certo numero di gecekondu sono stati trasformati in abitazioni per la classe medio-bassa.
Un bambino gioca a Diyarbakir.
PUEBLOS JOVENES, PERU’ – Una vista sui barili pieni di acqua alla baraccopoli Bellavista el Paraiso, coperta da nebbia, a Lima il 3 novembre 2009. La bidonville di Lima ha cominciato a usare i ‘fogcatchers’ per ottenere l’acqua, utilizzando una tecnologia con reti che catturano l’umidità dalle nuvole basse.
In Perù, e in particolare nella capitale Lima, le baraccopoli sono chiamate ‘pueblos jovenes’, letteralmente ‘città giovani.’ Come baraccopoli, il pueblos jovenes sono spesso turbati dalla criminalità e dalla mancanza di servizi igienico-sanitari. Come sempre, l’acqua è scarsa.
BASTIS, INDIA – Alcuni bambini degli slum indiani giocano al gioco da tavolo indiano Carum vicino alle baracche di latta in una zona di Siliguri il 16 luglio 2011.
I bastis sono molto comuni nelle grandi città dell’India, come Mumbai e Delhi. Milioni di indiani vivono in condizioni terribili. Save the Children ha riferito nel 2009 che quasi due milioni di bambini sotto i cinque anni muoiono ogni anno nelle baraccopoli. Per migliorare lo sviluppo urbano nelle città indiane, il governo indiano ha lanciato un programma “India priva di baraccopoli”, cercando di aiutare le persone a pagare per un alloggio migliore.
AMRITSAR, INDIA – Una donna indiana svuota l’acqua da un piccolo rifugio in una bidonville a Amritsar, il 28 agosto 2011.
Oltre il 60 per cento della popolazione della provincia del Punjab dell’India settentrionale risiede nelle zone rurali, sebbene la percentuale di popolazione urbana sia aumentata nell’ultimo decennio, secondo i dati ufficiali.
PORT-AU-PRINCE, HAITI – Una donna vende cibo in un mercato di strada nella baraccopoli Cite Soleil a Port-au-Prince, Haiti, il 3 febbraio 2011.
Cite Soleil, uno slum nella capitale haitiana Port-au-Prince, è una delle più grandi baraccopoli del Nord America. Il terremoto che ha colpito Haiti nel 2010 ha deteriorato ulteriormente le condizioni di Cite Soleil e i tassi di criminalità nella zona sono aumentati drammaticamente.
KIBERA, NAIROBI, KENYA – Un uomo acquista la merce in vendita lungo i binari del treno che passa nello slum di Kibera, a Nairobi, in Kenya, lo scorso 16 aprile 2010.