I grillini vogliono difendere il made in Italy dal «grano saraceno» e fanno ridere tutti

Una proposta di legge contro le contraffazioni alimentari, a tutela dei prodotti del «made in Italy» e, sopratutto, contro il temibile grano saraceno. Nel luglio 2013 i membri dei Movimento 5 Stelle della commissione Agricoltura – di cui fanno parte, tra gli altri, Filippo Gallinella, Giulia Sarti, Salvatore Micillo e Tancredi Turco – hanno depositato presso la Camera dei Deputati una proposta per tutelare i prodotti agroalimentari italiani da possibili contraffazioni delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari. Nel testo della proposta, consultabile nella sua interezza sul sito della Camera, si legge:

Negli ultimi anni, il fenomeno della contraffazione agroalimentare – in cui sono falsificate l’indicazione geografica e la denominazione di origine dei prodotti immessi in commercio – è esploso in maniera significativa e spesso incontrollabile, danneggiando sia i produttori, che si trovano a operare in un mercato, di fatto, sleale, sia i consumatori, che si illudono di consumare prodotti «made in Italy» ignorando l’effettivo contenuto e la reale provenienza di tali prodotti. Un esempio per tutti: la pasta venduta in Italia è prodotta per un terzo con grano saraceno.

 

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Fonte: camera.it

AL BANDO I PIZZOCCHERI! – Come la maggior parte degli italiani ben sa, il grano saraceno è l’ingrediente principale di svariate preparazioni alimentari totalmente “made in Italy”: ne sono un esempio i pizzoccheri valtellinesi, la polenta saracena, le manfrigole e via dicendo. Tutti piatti italianissimi preparati con un prodotto tradizionalmente coltivato nel nord Italia, principalmente nelle valli lombarde e in Trentino, spesso proveniente da colture biologiche e che, peraltro, non viene certo prodotto nelle quantità indicate dalla proposta di legge del Movimento 5 Stelle.

«MALEDETTI SARACENI…» – La proposta di legge “contro il grano saraceno” rimane silente per lunghi mesi, fino a quando non viene notata da Duro di Sicilia, un blog che tratta il tema delle politiche agricole, con un occhio particolare sul grano. Ed è chiaro che la frase sul temibile grano saraceno non poteva passare inosservata a un occhio esperto:

….mumble, mumble…grano saraceno….come GRANO SARACENO….stropiccio gli occhi…non ci posso credere…l’esempio più clamoroso della contraffazione in Italia sarebbe l’uso del grano saraceno nella pasta? Ben 1/3 della pasta venduta in Italia prodotta con grano saraceno!…Maledetti saraceni hanno infestato le coste siciliane con razzie e saccheggi per secoli ed oggi continuano esportando il loro perfido grano!

Nel post si sottolinea anche come, in Italia, il grano saraceno sia coltivato in piccole quantità e che, proprio per questo motivo, il suo prezzo è piuttosto alto. Ma la questione, ovviamente, è un’altra: i prodotti italiani preparati con il grano saraceno non sono in alcun modo prodotti contraffatti:

Ma un attimo il grano saraceno non è neanche una graminacea…è una poligonacea con la quale si produce in Italia, una tipica pasta valtellinese, i pizzoccheri…ma in quantità molto limitate, si tratta di un prodotto di nicchia, spesso BIO…l’incidenza della pasta di grano saraceno rispetto alla pasta totale venduta in Italia è irrisoria (altro che 1/3) e neanche riportata nelle statistiche ufficiali…il grano saraceno peraltro, nel suo ristretto mercato, è molto costoso ed apprezzato dai consumatori (a proposito, vi consiglio le crepes salate al grano saraceno, squisite)…mai vista una contraffazione che comprenda l’uso di un prodotto di maggiore qualità e costo…eppure l’uso del grano saraceno secondo la Commissione Agricoltura Pentastellata rappresenterebbe l’esempio più clamoroso di contraffazione in Italia….Mistero a 5 stelle…

«ERA UN REFUSO: VOLEVAMO SCRIVERE…» – Il post di Duro di Sicilia risale al 23 aprile scorso. Passano i giorni e qualcuno arriva: Filippo Gallinella, il deputato a Cinque Stelle della commissione Agricoltura alla Camera  firmatario della proposta di legge, si palesa tra i commenti al post per spiegare ogni cosa. Quel «grano saraceno» che compare nel testo – spiega Gallinella dopo qualche commentato eliminato – era solo un drammatico refuso sfuggito a tutti i membri pentastellati della Commissione: invece di «grano saraceno» sarebbe dovuto essere «grano straniero»:

Comunque, grazie della segnalazione, perchè ricontattando il sindacato ispettivo è un refuso del testo, è stato scritto “saraceno” al posto di “straniero” .

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durodisicilia.blogspot.it

L’autore del post di Duro di Sicilia prende per buona la spiegazione del “refuso” offerta da Gallinella ma, in risposta al deputato, sottolinea come quella proposta di legge, così come è stata formulata, non servirebbe a limitare l’importazione e l’utilizzo di grano straniero nella preparazione di prodotti italiani cosa che, come fa notare un altro commentatore, non è una pratica assimilabile al reato di contraffazione né a quello di frode alimentare.

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NO, NON ERA UN REFUSO… – Tuttavia quella del refuso è una scusa che non regge: come spiega lo stesso Filippo Gallinella nei commenti al post, per redigere la proposta di legge i membri della commissione Agricoltura del Movimento 5 Stelle hanno fatto riferimento alla relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale. Il documento risale al 6 dicembre 2011, con relatori il presidente della Commissione stessa, il leghista Giovanni Fava e Luca Sani del Partito Democratico. Per argomentare la bontà della proposta sua e dei suoi colleghi, Gallinella cita addirittura la pagina:

Rispondo a quanto scritto sopra, invitando a leggere i risultati della Commissione d’inchiesta sulla contraffazione della XVIa legislatura settore agroalimentare. Leggere a pagine 90.

Ed ecco cosa si legge a pagina 90 della suddetta relazione:

[…] la maggior parte dei prosciutti – due su tre – venduti in Italia sono prodotti con cosce di animali di importazione, ad esclusione di quelli a denominazione di origine; metà delle nostre mozzarelle e dei nostri formaggi, non a denominazione di origine, non sono prodotti sul territorio nazionale ed un terzo della nostra pasta, venduta in Italia, è fatta con grano saraceno.

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POVERO GRANO SARACENO, POVERO MADE IN ITALY – Uno svarione, quello sul grano saraceno, in cui sono inciampati anche altri parlamentari prima dei deputati del Movimento 5 Stelle. E che loro, a quanto pare, si sono limitati a copiare pedissequamente dati del 2011 senza riflettere né controllare, dimostrando una scarsa conoscenza di quel «made in Italy» che tanto vorrebbero difendere. Niente di nuovo sul fronte occidentale.

(Photocredit copertina: camera.it)

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