Ecco come puoi capire se una tua opera è stata utilizzata per addestrare l’AI di Lensa

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E non solo: di app che fanno quello che fa Lensa AI, spopolata nelle ultime settimane, ce ne sono tante. Con Have I Been Trained ogni artista può capire se il suo lavoro è stato sfruttato

«AI tools per artisti. Fatti da artisti». Questa la presentazione, atterrando sul sito di Spawning, del progetto che punta a proteggere gli artisti dal prelievo senza consenso delle loro opere dalla rete al fine di addestrare gli algoritmi che fanno funzionare applicazioni come Lensa AI. «Spawning sta costruendo strumenti per la proprietà degli artisti sui loro dati di addestramento, consentendo loro di scegliere se partecipare o meno all’addestramento di grandi modelli di intelligenza artificiale, di stabilire le autorizzazioni per l’utilizzo del loro stile e della loro immagine e di offrire i propri modelli al pubblico»: questa la chiave del progetto e la spiegazione, in parole povere, della necessità di strumento come “Have I Been Trained”, un tool che Spawning fornisce agli artisti affinché possano decidere come utilizzare i propri dati disponendo delle loro opere digitali. Abbiamo intervistato Mathew Dryhurst, artista e ricercatore che ci ha spiegato la natura di Spawning e degli strumenti che sta fornendo agli artisti.



«Siamo artisti con una lunga esperienza di sperimentazione con l’apprendimento automatico. Da molti anni ci preoccupiamo del consenso degli artisti e abbiamo condotto esperimenti su come potrebbero essere gli ecosistemi di dati AI con consenso – ha spiegato Dryhurst ai microfoni di Giornalettismo -. Abbiamo messo insieme questa iniziativa per aiutare gli artisti a capire quali opere sono state caricate e scegliere se e quali lasciare per gli addestramenti degli algoritmi».

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Disporre delle proprie opere digitali come si dispone dei dati

L’approccio corretto, in questo senso, è quello che permette di scegliere liberamente il modello da esercitare rispetto alla proprietà intellettuale e ai modelli di AI. Andando ad addestrare un sistema di intelligenza artificiale generativa, le organizzazioni utilizzano dei set di dati e di immagini per insegnare a restituire immagini – quelle che tanti hanno sui social, generate da Lensa AI – che abbiano un determinato stile, delle precise caratteristiche.

Delle vere e proprie copie di penne esistenti, di persone che ci mettono ore a produrre un’opera e che vengono pagate per farlo. Considerato che su un’app come Lensa AI bastano venti minuti – inserendo 10 selfie e pagando 6,99 euro – per ottenere cinquanta di queste opere, il problema che lo spopolare e il basso costo di applicazioni del genere crea agli artisti è evidente.



Con “Have I Been Trained” gli artisti possono cercare nei database le proprie immagini – caricate insieme a testi scritti che le descrivono, così da permettere all’algoritmo di funzionare e di restituire un prodotto – e segnalarle per la rimozione. Lo strumento permette quindi, rimuovendo l’opera da quei data set, che non venga utilizzata per addestrare modelli futuri.

Come funziona Have I Been Trained?

«Stiamo registrando un numero costante di adesioni per la cancellazione del proprio lavoro dalla formazione e ho visto un po’ più di interesse dopo che Lensa AI ha preso ancora più piede nell’ultima settimana», spiega il ricercatore. Il lavoro di Have I Been Trained è anche quello di «parlare con le aziende per onorare questi desideri degli artisti», e questo è il focus attuale del progetto: permettere agli artisti di identificare le proprie opere usare per addestrare le intelligenze artificiali e dialogare con le aziende affinché il problema venga compreso e affrontato. «La nostra attenzione – conclude l’artista – è rivolta a garantire che i modelli di generazione di immagini di grandi dimensioni rispettino le richieste degli artisti, il che rappresenterà un grande progresso».