Prosciolti per difetto di giurisdizione i due hacker accusati di avere truffato la Fiorentina e Dazn

La società viola che si era costituita parte civile non otterrà alcun risarcimento

21/06/2022 di Clarissa Cancelli

I presunti hacker, due fratelli spagnoli di Granada (uno dei quali deceduto alcuni mesi fa) accusati di avere truffato Dazn e la Fiorentina, ottenendo una somma pari a 1 milione e 600 mila euro, sono stati prosciolti per difetto di giurisdizione. È quanto deciso dal tribunale di Firenze che depositerà la motivazione tra 45 giorni.

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Erano accusati di avere truffato la Fiorentina e Dazn

La società viola, che si era costituita parte civile, non otterrà alcun risarcimento. Tutto è accaduto nel 2018: i due avevano trovato il modo di inserirsi nella corrispondenza tra Dazn e la società viola. Avrebbero poi sostituito l’iban del loro conto corrente con quello indicato dalla Fiorentina per il pagamento. Il bonifico da 1.605.179 euro, fatto da Perform, sarebbe, dunque, finito nelle loro tasche, o nello specifico, sul conto aperto in una banca di Barcellona legato a una società finanziaria di loro proprietà. La Fiorentina si era accorta di non avere ricevuto il denaro e aveva poi fatto denuncia. Anche Lega Calcio e la Perfomr presentarono una querela.

“Man in the middle”

I due fratelli avrebbero usato la tecnica del “man in the middle“. Ma che cos’è? Si tratta di un attacco informatico in cui qualcuno segretamente altera la comunicazione tra due parti che comunicano tra loro. Più semplicemente è uno sconosciuto che si intromette segretamente nelle conversazioni, alterandole: non solo può accedere ai messaggi e visionarli, ma può anche modificarli o fingersi una delle due parti. La vicenda mette, ancora una volta, al centro dell’attenzione la questione della cybersicurezza.  L’Italia, come ogni altro Paese, è infatti nel bersaglio di hacktivisti e hacker che possono facilmente creare problemi sotto ogni punto di vista. Basti pensare all’attacco agli aeroporti di qualche giorno fa. Per questo, Nunzia Ciardi, vicedirettrice dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, recentemente ha fatto presente che gli attacchi che subiamo potrebbero non finire una volta che andremo oltre il contesto bellico in Ucraina e che l’Italia non è pronta. «Oggi, quotidianamente soltanto al Ministero della Difesa giungono circa 150.000 attacchi da parte di hacker che cercano di penetrare i nostri sistemi. Di questi soltanto 20-40 necessitano un intervento dedicato dei nostri esperti, il che significa che il nostro sistema ha solide mura laddove il 99,9% di questi attacchi viene respinto direttamente dai firewall», ha invece detto il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, intervenuto al convegno “Cyber-risk & PMI, come sfuggire alla morsa” organizzato da Economy insieme a Rodl & Partner e condotto dal direttore Sergio Luciano. «Con l’Agenzia Nazionale sulla Cybersicurezza l’Italia si è dotata di uno strumento efficace e agevolmente implementabile, ora l’urgenza è quella  formare le professionalità con le necessarie competenze», ha aggiunto.

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