Hacker e Covid sono un combinato pericoloso per l’Italia. Secondo i dati forniti dall’esperto di cybersecurity Oren Elimelech, infatti il nostro Paese nel periodo dell’emergenza Covid ha subito un picco di truffe via phishing e ransomware, il malware che “prende in ostaggio” i computer per poi chiedere un riscatto per sbloccare i dati, che ha toccato le vette di una truffa ogni 11 secondi.
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Secondo quanto riportato dall’esperto di cybersecurity del governo israeliano durante il convegno organizzato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, la “strana coppia” hacker e Covid è stata piuttosto pericolosa per l’Italia negli ultimi mesi. E se ben il 36% delle compagnie attaccate ha scelto di pagare il “riscatto”, il 17%, ovvero una su cinque, non ha comunque recuperato i dati. A supportare i numeri di Elimelech, ci sono i dati forniti dal dirigente della Polizia Postale, Riccardo Croce, per i quali nei primi sei mesi del 2020 gli attacchi informatici sono aumentati del 390% rispetto allo stesso periodo nel 2019. Elementi che fanno riflettere in un momento in cui la pandemia spinge verso un forte incremento dello smart working e delle teleconferenze, esponendo gli utenti al rischio di attacchi informatici.
Il legame tra hacker e Covid ha quindi creato problemi importanti agli italiani ma secondo Elimelech potrebbe anche bastare una serie di regole semplici, che però non sempre vengono seguite con attenzione, a rendere più difficile il lavoro dei truffatori. Tra queste “cambiare frequentemente le password e non usarne di troppo semplici o, peggio ancora, usare sempre la stessa parola” spiega l’esperto israeliano. Ma anche “aggiornare spesso tutti i software”, “dotarsi di un antivirus efficace” e “diffidare ogni volta che qualcosa di sospetto appare nella casella di posta elettronica”.