Perché si è arrivati a pensare che Apple voglia vietare Grindr e altre app di dating LGBTQ+

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Sui social e su alcuni giornali si è parlato di rimozione di app di dating LGBTQ+ dall'App Store ma la questione è stata chiarita da Apple

La scorsa settimana Apple ha annunciato, durante la Worldwide Developers Conference, che sono previste delle limitazioni per alcune «hookup app», che è sinonimo di dating app. Questa affermazione ha scatenato reazione di confusione e preoccupazione nella comunità LGBTQ+, dando vita a una serie di articoli e di thread su Twitter che attaccano la mela per questa sua presa di posizione poco chiara. Hookup app, effettivamente, è sinonimo di app di dating – e non solo – ed è proprio qui la chiave della questione (almeno secondo quanto dichiarato da Apple in risposta a queste accuse). Grindr e altre app di dating non dovrebbero continuare ad essere presenti sull’App Store.




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Grindr non sarà vietato sull’App Store

Apple ha voluto fare chiarezza rispetto a quello che succederà con il prossimo aggiornamento. Un portavoce dell’azienda ha parlato con il Guardian  chiarendo che l’aggiornamento in programma mira a rendere fattivo il divieto per le app dedicate alla pornografia o che facilitano la prostituzione; le nuove linee guida prendono di mira «materiale apertamente sessuale o pornografico» intendendo anche «hookup app che possono includere materiale pornografico o essere utilizzate per facilitare la prostituzione». La società ha anche utilizzato la definizione di «descrizioni o manifestazioni esplicite di organi sessuali o attività intese a stimolare sentimenti erotici piuttosto che estetici o emotivi».



Nel mirino ci sono le app che facilitano prostituzione, scambi di materiale pornografico e traffico di esseri umani spacciandosi per app di dating, in sostanza, seppure non sia stato fatto alcun nome in sede di chiarimento di questa questione.

Grindr non ha mai pensato di essere colpita

Il Guardian ha raccolto una dichiarazione da parte di Grindr in merito alla questione e l’app di dating non ha mai avuto preoccupazioni in tal senso. «Grindr ha una relazione forte e di lunga data con Apple – ha dichiarato la Apple – e secondo i nostri termini di servizio, Grindr non consente la sollecitazione alla prostituzione e blocca e vieta attivamente gli utenti che tentano tale comportamento».

Rimane però aperta una questione di vitale importanza che è l’enorme potere che l’App Store – e non solo – ha sulla decisione di distribuire applicazioni che influiscono in maniera massiccia sulla comunità LGBTQ+ (soprattutto fuori dagli Stati Uniti). A maggio, per esempio, è emerso che in Cina l’App Store aveva rimosso non solo app di agenzie stampa straniere ma anche app di incontri gay. Apple ha dimostrato – come spiega un rapporto del gruppo per i diritti umani Fight for the Future – di rispettare le richieste del governo cinese per la rimozione di contenuti LGBTQ+.