Massimo Cacciari paragona Greta Thunberg a Matteo Salvini

A Massimo Cacciari non piace proprio la mobilitazione a favore dell’ambiente lanciata dalla giovanissima attivista svedese Greta Thunberg e, dopo averla dileggiata già nei giorni scorsi quando ha invitato i ragazzi a non scioperare ma a sedersi in aula ad ascoltare gente competente, ora torna a parlarne facendo un paragone inaspettato: Greta come Salvini. Secondo il filosofo ed ex sindaco di Venezia, infatti, la 16enne semplifica troppo la visione dello status quo sul riscaldamento globale e l’emergenza climatica, facendo come il leader della Lega ha fatto sui migranti.

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«Basta parlare di Greta – ha tuonato Massimo Cacciari nell’intervista rilasciata a La Stampa -. Lei è il sintomo di un possibile tema ma il suo messaggio è nettamente semplificato, come quello di Salvini sui migranti». Poi il filosofo ed ex sindaco della Laguna prosegue il suo paragone con i Paesi dell’ex-blocco sovietico che, per via delle immagini «ultra-semplificate» sono arrivati a essere «figli di una dittatura votata alla riduzione all’uno, conoscono solo il bianco e il nero».

Massimo Cacciari e le dittature dell’ultra-semplificazione

Greta come Salvini, dunque. E per Massimo Cacciari tutto questo può portare solo a una dittatura. Un concetto abbastanza fumoso che, però, fa il paio con la poca simpatia che il filosofo ha sempre mostrato nei confronti della 16enne attivista svedese per l’Ambiente. I messaggi portati dalla ragazza, dunque, sono temi importanti ma esposti in modo troppo populistico. Forse è una verità, ma al netto di tutte queste semplificazioni, è stata in grado di richiamare milioni di giovani a porre attenzione su determinate scelte che condizionano il futuro del Pianeta.

«Greta come Salvini»

La semplificazione di Salvini sui migranti, invece, è infarcita di altro: creare terrore contro altri esseri umani solamente per racimolare qualche voto in più facendo leva sulle innate paure dell’uomo. In quel caso la visione è «ultra-semplificata» perché c’è l’esposizione di un capro (o più) espiatorio da sacrificare all’altare dell’odio represso. Per Greta, invece, questo terrorismo non può valere dato che chi non ha a cuore il futuro della Terra resta libero di non prendersene cura.

(foto di copertina: ARCHIVIO ANSA + ARCHIVIO ZUMA PRESS)

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