Governo-regioni, le richieste: più didattica a distanza e no a restrizioni su locali

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Le anticipazioni in due tweet di Giovanni Toti

È Giovanni Toti a rompere per primo la bolla di riserbo relativa all’incontro governo-regioni preliminare al prossimo dpcm che dovrebbe contenere nuove misure restrittive per limitare il contagio da coronavirus. L’appuntamento sta andando avanti dalle prime ore della mattinata e prevede la presenza del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, con Regioni, Anci e Upi, insieme ai ministri Gaetano ManfrediRoberto SperanzaLucia Azzolina, Paola De Micheli, e al capo della Protezione civile Angelo Borrelli con il commissario straordinario Domenico Arcuri.



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Governo-regioni, i punti di discussione per il nuovo Dpcm

Secondo il presidente della regione Liguria, le richieste delle regioni sono state le seguenti: più didattica a distanza, a rotazione, per quanto riguarda le ultime classi delle scuole secondarie di secondo grado e uno stop a eventuali nuove restrizioni per quanti riguarda locali ed esercizi commerciali.



«In viaggio con Siria mentre sono collegato con il Governo e gli altri Presidenti di Regione per discutere le nuove misure di contenimento del COVID19 – ha scritto Toti su Twitter –. Abbiamo chiesto di non intervenire penalizzando ulteriormente i locali pubblici con altre riduzioni di orario. Come Regioni vorremmo più di didattica a distanza a rotazione per i ragazzi degli ultimi anni. La Liguria già usa i bus turistici dove si può e dove è utile, ma per alleggerire i mezze serve anche scaglionare ingressi nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Il Governo ci ascolti».

Inoltre, sempre il presidente della Regione Liguria ha evidenziato come i suoi colleghi abbiano chiesto la conferma della chiusura dei locali alle 24 (senza ulteriori restrizioni), di non chiudere le palestre e di implementare il servizio di test a livello dei medici di famiglia, con tamponi rapidi negli ambulatori e test salivari in farmacia.



Governo-regioni, distanze su didattica a distanza e locali pubblici

I tweet evidenziano una spaccatura del fronte: se è vero che le regioni vogliono tutelare gli esercizi commerciali, la parte più intransigente del governo vorrebbe imporre invece delle nuove restrizioni (magari un orario di chiusura anticipato alle 23) per poter permettere il regolare svolgimento delle lezioni scolastiche in presenza. Non sarebbe nemmeno sufficiente, per i governatori, la proposta di scaglionare gli ingressi alle superiori a partire dalle 11 del mattino: secondo i presidenti di regione, questo provvedimento comporterebbe comunque problemi per la regolamentazione del trasporto pubblico, soprattutto dalle aree rurali ai centri dove sono presenti gli istituti.

La discussione sta andando avanti, ma le prime indicazioni emerse non sono poi così tanto concordi.