Giubileo 2015, è allarme: cantieri a rischio

Giubileo 2015, è allarme: i cantieri sono a rischio. Il problema è nelle regole, nelle procedure di assegnazione dei 50 milioni di euro – più gli eventuali fondi aggiuntivi che saranno assegnati alla Capitale – che si dovrebbero convertire in lavori, cantieri aperti, opere per la città. E il condizionale sembra d’obbligo, perché in Campidoglio l’allerta è massima: nessuna deroga alle procedure di assegnazione sul modello di Expo, tutti gli appalti sopra soglia dovranno essere effettuati con procedure europee, una procedura che ha i suoi tempi e che difficilmente consentirà di vedere la città pronta per l’8 dicembre.

GIUBILEO 2015, E’ ALLARME: CANTIERI A RISCHIO

Dopo Mafia Capitale, Roma è sorvegliata speciale; anche le vicissitudini della giunta guidata dal sindaco Ignazio Marino non hanno certo diffuso intorno al Campidoglio un alone di grande fiducia. Per questo e per altri motivi, l’Autorità Nazionale Anticorruzione gestita da Raffaele Cantone ha parlato chiaro: nessuna deroga rispetto al codice degli appalti è stato concessa al Campidoglio, se non quella sull’abbreviamento dei tempi; una decisione, come spiega il Messaggero in edicola oggi, che paradossalmente rende la situazione ancora più complicata.

Una nuova tegola si è abbattuta sul Comune e sulle opere già approvate dal Governo per rendere la città più accogliente nell’anno della remissione dei peccati. Degli oltre 40 interventi che la Capitale si aspetta per il grande evento religioso, ben 22 sono a rischio stop. Impossibili da realizzare perché le norme contenute nel provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri non prevedono deroghe al Codice degli appalti, come invece era accaduto per l’Expo. L’unica deroga contemplata è quella che riguarda il dimezzamento dei tempi per l’assegnazione delle opere. Ma questo vuol dire che tutti i lavori che hanno la soglia come importo a base d’asta superiori, anche di un euro, al milione, devono essere dati in appalto, per legge, attraverso un bando di gara europeo. Un elemento non da poco, visto che i tempi di assegnazione sono molto più lunghi e quindi anche se dimezzati, non si arriverebbe mai al 31 dicembre, data fissata per la conclusione delle opere.

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Nervosismo “palpabile” in Campidoglio mentre la giunta e i tecnici dell’amministrazione di Ignazio Marino cercano di capire come sarà possibile portare a casa i lavori del Giubileo.

C’è da rivedere l’intero piano degli interventi, a cominciare dai due milioni di euro per l’acquisto degli automezzi e delle attrezzature tecnico specialistiche, o i 2milioni e 500 per gli arredi urbani. Difficile immaginare, poi, che si potrà fare la pavimentazione stradale e i marciapiedi di via delle Fornaci, di piazza di Porta Cavalleggeri, per i quali era stato stanziato un mutuo di un milione e 300 mila euro. E ancora: niente riqualificazione del Lungotevere, almeno non di tutti i tratti, visto che alcuni hanno importi superiori alla cifra limite. Insomma, il rischio è che una parte come il Lungotevere Sangallo o il Lungotevere Michelangelo abbiano nuova pavimentazione, nuova segnaletiche e nuove caditoie, mentre quelli immediatamente dopo restino senza restyling.

Sono sopra soglia una serie di interventi chiave per cambiare il volto della città: parliamo del rifacimento di piazzale Ostiense e di porta San Paolo, dei lavori sui lungoteveri, dell’arrivo dei nuovi treni per la metropolitana e le manutenzioni delle linee A e B, nonché per le linee tranviarie; gli appalti sulla sistemazione dei bagni pubblici in città, sui percorsi ciclopedonali per i pellegrini, il rifacimento e la manutenzione dei ponti sul Tevere. Con le regole approvate dal governo, per una gara pubblica bisogna chiudere in 55 giorni; il che è tutt’altro che facile e scontato. Dal Campidoglio il messaggio è chiaro, non c’è scampo: il governo ora dovrà concedere delle deroghe.

«Ci siamo incartati, senza indicazioni dell’Anac non possiamo andare avanti, ma qui la figuraccia rischiamo di farla tutti». E si ritorna così agli equilibri fragili e allo stesso elettrici che governano Roma in questo periodo. Una corsa contro il tempo che adesso di fa ancora più affannosa. Ci sono da «rimodulare le gare», scendere sotto il milione di euro e fare nuove scelte sui cantieri da far partire. «E l’otto dicembre è dietro l’angolo», ripete Marino da settimane con ansia crescente.

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