Giovanni Tria è positivo: «Consegniamo l’Italia con i conti in ordine»

Giovanni Tria tutto sommato è positivo. In questo momento di crisi di governo, che colpisce l’Italia a stretto margine dall’appuntamento autunnale con la legge di bilancio e con gli appuntamenti europei, il ministro dell’economia e delle finanze sostiene che l’obbiettivo è quello di abbassare l’Iva, ma che il deficit sarà inferiore alle previsioni.

Giovanni Tria è positivo: «Consegniamo l’Italia con i conti in ordine»

«Consegniamo un’Italia con i conti abbastanza in ordine» dice Giovanni Tria al giornalista di Repubblica, che lo intervista in un momento in cui il ministro si gode «un po’ di tranquillità». Giovanni Tria non teme il sopravvento di un nuovo governo, a patto che certe misure si mantengano perché trova «sia negativo avere politiche sussultorie» che comportano una sfiducia da parte delle famiglie che «non sapranno più quel che può succedere e non spenderanno mai quanto viene loro in tasca». Del resto, la situazione attuale non è così nera come sembrava. A leggi vigenti, «il deficit per il 2020 sarebbe sostanzialmente inferiore al 2,1% del prodotto lordo previsto nel Documento di Economia e Finanza di aprile scorso. Siamo molto sotto quel livello». Pur portando avanti i programmi «voluti dalle forze politiche» infatti, i saldi di bilancio sono stati tenuti «sotto controllo. Tanto che prevede la possibilità che il deficit 2020 vada anche sotto il 0,3%. ma  sono «ovviamente previsioni, soggette a correzioni». A questo punto le clausole di salvaguardia potrebbero essere inferiori a quanto ci si aspettava. Certo, i soldi per finanziare la riforma fiscale vanno trovati, ma secondo Giovanni Tria l’impresa è «difficile» ma non impossibile: da un lato bisogna rivedere tutte le poste «per capire dove sia possibile ridurre la spesa corrente», poi si lavora su «deduzioni e detrazioni» dove c’è ampio spazio di manovra. Il diktat sicuramente resta quello di «evitare gli aumenti dell’Iva» ma anche «ridurre la pressione fiscale sui redditi medio-basso», soprattutto quelli dei lavoratori dipendenti.

(Credits immagine di copertina: ANSA/ETTORE FERRARI)

Share this article