Giorgia Meloni esulta per il blocco dei finanziamenti alla Casa delle donne

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I fondi stanziati per l'associazione «di sinistra» descritti come «l'ultima oscenità del Pd»

Il finanziamento all’Associazione “Casa internazionale delle donne” sarebbe «l’ennesima oscenità del Pd». A twittare esultando del blocco dei finanziamenti stanziati dal governo all’interno del decreto milleproroghe è Giorgia Meloni, che ha interpretato la donazione come una sorta di marchetta elettorale del ministro Roberto Gualtieri.



Giorgia Meloni esulta per il blocco dei finanziamenti alla Casa delle donne

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Dal 2018 i finanziamenti alla Casa delle donne sono stati revocati: da allora l’associazione nata dall’occupazione da parte del movimento femminista dello stabile in Via della Lungara ha chiesto a gran voce aiuto alla sindaca Virginia Raggi affinché salvasse la struttura diventata «organismo autonomo preposto a valorizzare la politica delle donne, offrire servizi e consulenze». E la sindaca ieri twittava felice: «La Casa Internazionale delle Donne è salva». «Abbiamo trovato una soluzione in Parlamento grazie ad un emendamento condiviso tra M5s e le altre forze politiche. Le donne unite fanno la differenza. Una vittoria di tutti!» continuava Virginia Raggi, che però ha cantato vittoria troppo presto, oltre ad aver commesso qualche imprecisione. L’emendamento che stanziava  900mila euro infatti era stato proposto da Italia Viva, e non era ancora stato approvato.



 

Fatto sta che la Casa delle Donne non vedrà un euro. Questo perché l’emendamento è stato giudicato inammissibile all’apertura della seduta congiunta delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio alla Camera presiedute da Giuseppe Brescia e Carla Ruocco.

Un risultato di cui ha gioito Giorgia Meloni, che l’ha definita come «l’ultima oscenità del Pd». La leader di Fratelli d’Italia infatti accusa il Mef guidato da Roberto Gualtieri di aver trovato il denaro per l’associazione «di sinistra» perché questa si trova «nello stesso collegio nel quale il Ministro è candidato». «Non si usano istituzioni per comprare consenso» continua Giorgia Meloni, a cui fa eco anche il deputato Marco Silvestroni che in una nota prende di mira il ministro dicendogli che se «pensa di pagarsi la campagna elettorale con soldi pubblici» allora «troverà filo da torcere». Il contributo «comparso come un coniglio dal cilindro nel decreto milleproroghe e preso da un fondo del suo ministero » viene visto anche dal deputato come una mossa che «ha tutto il sapore di una marchetta elettorale». «La sinistra e il Pd che sono in crisi di idee e proposte da tempo provino a prendere i voti in modo leale e mettano subito giù le mani dai soldi degli italiani» conclude Silvestroni.

https://twitter.com/GiorgiaMeloni/status/1225384255070535687

(Credits immagine di copertina: Twitter Giorgia Meloni ن@GiorgiaMeloni)