Parla la vedova di Pansa: «Giampaolo non ha mai votato per la destra»

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Adele Grisendi risponde alle polemiche dopo la morte del marito, giornalista e scrittore

Le polemiche sono nate (anzi, tornate a rifocillare le bocche tracotanti di odio) dopo la sua morte. Domenica 12 gennaio, Giampaolo Pansa ci ha lasciati per colpa di una diverticolite che, poi, è degenerata provocando altri danni al suo fisico. E con il suo decesso sono tornate in auge le accuse nei suoi confronti per aver scritto quel libro, ‘Il sangue dei vinti’, in cui racconta la sua versione dei fatti su alcuni ‘crimini’ commessi dalla Resistenza durante gli anni della Liberazione dell’Italia dai nazi-fascisti. Ora, a due settimane dalla sua dipartita, è la vedova a prendere la parola, rispedendo al mittente le accuse.



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«È abbastanza vergognoso insultare una persona che non può più rispondere. Mi chiedo quale umanità portino dentro. Sono cose che qualificano chi le dice – ha detto Adele Grisendi rispondendo alle domande di Aldo Cazzullo de Il Corriere della Sera -. Hanno scritto volgarità: che non sapeva fare il suo lavoro, che scriveva male. Suvvia, come si può dire che Pansa scrivesse male?». Ma le polemiche, come al solito, si spostano sulla politica. In molti, infatti, hanno sottolineato il ‘riposizionamento’ di Giampaolo Pansa da sinistra a destra.



Giampaolo Pansa non ha mai votato a destra

La vedova sottolinea come lui non abbia mai votato (neanche una volta) a destra nelle sua vita. Negli ultimi anni, infatti, si era disamorato di come il mondo della politica italiana si era trasformato e per questo motivo aveva deciso di non esprimere più preferenze elettorali. Ma la destra non c’entra dato che, come sottolinea Adele Grisendi, lui scrisse un libro su Matteo Salvini con un titolo che non era affatto criptico: ‘Il dittatore’.

Le polemiche per ‘Il sangue dei vinti’

«Proprio perché era un uomo di sinistra sentiva il dovere di raccontare tutto quello che era accaduto in Italia durante e dopo la guerra – prosegue Adele Grisendi -. Guerra civile, come ormai la chiamano quasi tutti. Io so perché nel 2003 è stato fatto Il sangue dei vinti». La spiegazione è che Giampaolo Pansa pensava che a 58 anni dalla Liberazione (data in cui decise di pubblicare il suo libro tanto contestato) fosse arrivato il momento di sottolineare anche quelli che sono stati alcuni crimini commessi dai vincitori. Insomma, un testo post-ideologico.



(foto di copertina: da video Di Martedì, La7)