Giorgia Meloni condivide la bufala della Germania che «ha taciuto» sui primi casi di coronavirus

«La notizia che la Germania è stato il primo Paese europeo a diffondere il coronavirus non ha avuto abbastanza risalto – dice Mario Giordano nel suo video editoriale per La Verità -. Invece, è una notizia che dovrebbe fare da contraltare alla mappa della CNN dalla quale si evince che è l’Italia la zona da cui si è diffuso il contagio, dal video della pizza che è stato fatto dal programma francese, dagli inviati di tutto il mondo che si collegano dall’Italia con la mascherina». Sono alcune parole contenute nella clip girata da Mario Giordano e condivise sui social network da Giorgia Meloni.

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Giorgia Meloni, bufala: Germania ha taciuto sul coronavirus

La leader di Fratelli d’Italia, infatti, ha detto: «La Germania sapeva tutto del coronavirus da gennaio e ha taciuto. Un comportamento vergognoso e scorretto. Ascoltate e fate girare il video-denuncia di Mario Giordano». 

La notizia su cui si basa Giorgia Meloni è quella che è stata riportata – forse con sin troppa enfasi – da diverse testate nazionali (inclusa la nostra) di uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine che vorrebbe dimostrare l’esistenza di un contagio autonomo al di fuori della Cina, individuando il primo caso di questo genere in un paziente che si è ammalato in Germania il 24 gennaio scorso, quando aveva iniziato ad avere mal di gola, brividi e dolori muscolari. Il contagio, sempre secondo questo studio, sarebbe avvenuto intorno al 20-21 gennaio.

Innanzitutto, l’autore della pubblicazione ha specificato successivamente che queste conclusioni non possono in alcun modo essere considerate definitive. Ma la cosa che più preme sottolineare, in questo caso, è che non è affatto vero che la Germania ha taciuto. Subito dopo i primi casi di coronavirus sul suo territorio nazionale, infatti, le prime dichiarazioni del ministro della Salute tedesco Jens Spahn (Cdu) erano prontamente arrivate: «C’era da aspettarselo – aveva detto il 29 gennaio – ma non dobbiamo spaventarci troppo». Una reazione comprensibile, che si può equiparare anche a quella delle autorità italiane dopo i primi casi registrati in Italia (la coppia di turisti cinesi a Roma) a fine gennaio.

Instillare il dubbio di una sorta di complotto tedesco per tenere nascosto l’evolversi del virus per ragioni economiche non giova affatto alla chiarezza delle informazioni, necessarie – soprattutto alla comunicazione istituzionale – di questo periodo.

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