I furti di identità di personaggi famosi e non: usati nella sanità e dalla propaganda russa

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Ma le truffe sono in aumento esponenziale: il volto del dottor Bassetti, ad esempio, è stato utilizzato per promuovere prodotti farmaceutici dalla dubbia efficacia

Matteo Bassetti ha presentato denuncia alla polizia postale perché il suo volto è stato associato a una campagna pubblicitaria non autorizzata su prodotti farmaceutici dalla dubbia efficacia: due episodi, uno a inizio gennaio e uno a metà aprile, sono stati denunciati alla polizia postale. Le campagne, tuttavia, vengono diffuse soprattutto all’estero e, anche per questa ragione, la polizia postale trova delle difficoltà a risalire all’identità di coloro che hanno rubato l’immagine dell’infettivologo e primario dell’ospedale di Genova e l’hanno sfruttata per scopi commerciali, ma poco etici. Non è l’unico caso: il furto d’identità di persone famose e meno famose viene utilizzato anche dalla propaganda russa per diffondere false informazioni sulla guerra in Ucraina.



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Furto d’identità e propaganda russa, non solo le false pubblicità dei farmaci

Il fenomeno del furto d’identità delle persone famose per sponsorizzare farmaci può avere un impatto sulla salute pubblica: le persone, indotte ad acquistare il prodotto dalla “garanzia” della sponsorizzazione dello specialista noto, possono incorrere nel madornale errore di acquisire farmaci che, nella migliore delle ipotesi, sono inefficaci. Ma il furto d’identità può incidere anche in altro modo sulla “salute” pubblica. È il caso della propaganda filo-russa che spaccia informazioni non veritiere sulla guerra.



«#IStandWithPutin. True Friendship» è, ad esempio, un tweet che viene attribuito a una nota influencer indiana, ER Yamini che – tuttavia – non ha mai utilizzato Twitter (lei è molto nota su YouTube). Eppure il messaggio le è stato attribuito in maniera decisa e netta, anche tra i suoi followers. Lei, del resto, non aveva nulla a che vedere con questa storia. Dal 2 e dal 3 marzo la presenza di tweet attribuiti a personaggi reali (ma da profili fasulli) o di fantasia si sono moltiplicati in maniera esponenziale. Sono spesso il frutto di bot, molte volte diffusi attraverso Twitter e nonostante la policy di questo social network preveda un severo controllo su contenuti di questo tipo. È stata utilizzata persino l’immagine di un rapper americano morto nel 2019, Nipsey Hussle. L’amplificazione di questi tweet e di questi messaggi serve a far andare un argomento in tendenza, a diffondere false credenze e false informazioni. È guerra di informazione e di disinformazione, sui due temi che – negli ultimi mesi – sono stati maggiormente al centro dell’opinione pubblica: la sanità e la guerra in Ucraina.