Perché si parla di “fuorigioco semi-automatico” nonostante l’intelligenza artificiale e il chip nel pallone

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L'innovazione, dopo la sperimentazione già avvenuta, arriverà sui campi del Mondiale in Qatar del che inizieranno a novembre

Ci saranno 22 giocatori in campo, una terna arbitrale (più il quarto uomo), una sala Var, un’insieme di telecamere in grado di immortalare una quantità infinita di e un pallone con un chip al suo interno. Il prossimo Mondiale di calcio, quello che si disputerà il prossimo autunno in Qatar condizionando anche il calendario di ogni campionato nazionale e delle coppe internazionali per club, sarà quello in cui arriverà una grande novità tecnologica che dovrebbe aiutare, ancor di più, a ridurre al minimo gli errori di valutazione arbitrale. Come già annunciato nel novembre dello scorso anno, infatti, sul manto erboso è pronto ad arrivare il fuorigioco semi-automatico, grazie proprio all’intervento dell’intelligenza artificiale e dei nuovi sistemi e strumenti messi a disposizione dall’innovazione tecnologica.



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La fase di test sul campo, in tutti i sensi, è avvenuta nel corso della Arab Cup andata in scena alla fine dello scorso anno. E lo stesso Pierluigi Collina, Presidente delle Commissioni Arbitri della Fifa, ha spiegato che quella sperimentazione ha dato i suoi frutti. I risultati, infatti, sono stati talmente buoni d convincere l’Ifab (International Football Association Board) ad autorizzare l’arrivo del fuorigioco semi-automatico nell’evento calcistico più importante del mondo.



Fuorigioco semi automatico e il pallone con il chip

E tutto si baserà sulle nuove tecnologie e sull’intelligenza artificiale. Nel pallone (500Hz ball) – realizzato attraverso la collaborazione tra le Università di Melbourne e Zurigo – ci sarà un chip (un sensore IMU, Inertial, Measurement Unit) che invierà i dati raccolti – in tempo reale – alla sala video, ovvero quella in cui vengono effettuate le valutazioni Var. E tutto servirà per dare vita al fuorigioco semi-automatico. Perché quei dati (che riescono a individuare l’esatto momento in cui la sfera viene colpita) vengono messi a confronto con i immortalati da 12 telecamere che riescono (incrociando le immagini tra di loro) a offrire 29 punti di visione sui corpi dei giocatori. E tutto ciò permetterà di pizzicare, con un minimo margine di errore, un eventuale posizione di fuorigioco in campo.

Ma perché non è “automatico”?

Insomma, la tecnologia dovrebbe consentire di ridurre a zero gli errori, almeno per quel che riguarda il fuorigioco. Allora perché non si parla di offside automatico? La risposta arriva direttamente da Pierluigi Collina: «Il fuorigioco semi-automatico col “Pallone 500 Hertz” sarà valutato solo nei casi di possibile fuorigioco attivo; per il resto, arbitro e assistenti continueranno a regolarsi come oggi. Ma l’ultima parola spetterà sempre all’arbitro: non si trasformerà mai in un robot». Dunque, tecnologia a supporto e non in sostituzione.