Franco Gabrielli smentisce l’ipotesi di una sua candidatura a sindaco di Roma

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Il capo della Polizia dice che questa idea non fa parte dei suoi orizzonti

Il suo nome venne fatto anche nel 2016, quando lui era a capo della Prefettura della Capitale e si era sparsa la notizia – o gli inviti – a un Franco Gabrielli sindaco di Roma. Quattro anni dopo (con le elezioni per il Campidoglio previste per la prossima primavera), la figura dell’attuale Capo della Polizia e Direttore Generale della Pubblica Sicurezza è stato tirato nuovamente in ballo in vista della tornata elettorale per scegliere chi succederà a Virginia Raggi. Ma lo stesso 60enne viareggino ha smentito questa ipotesi.



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«Da alcuni giorni si rincorrono voci sulla mia possibile candidatura al vertice del Comune capitolino, come peraltro già avvenne allorquando ricoprivo l’incarico di Prefetto di Roma – scrive Franco Gabrielli in una lettera inviata a Il Fatto Quotidiano -. Mentre manca ancora un anno al voto, gli schieramenti politici stanno lavorando, come è giusto che sia, per l’individuazione dei possibili candidati e l’opinione pubblica commenta, come è altrettanto giusto».



Franco Gabrielli sindaco di Roma? Il no alla candidatura

Notizie che non trovano conferma. Non ci sarà nessuna corsa per Franco Gabrielli sindaco di Roma nel corso della prossima primavera: «Ringrazio quanti stanno pensando a me, ma credo sia doveroso dire, senza alcun infingimento o inutile tatticismo, che la candidatura a Sindaco di Roma non fa parte dei miei orizzonti».

La risonanza mediatica della grancassa

Il motivo che spinge Franco Gabrielli a rigettare questa ipotesi di corsa verso il Campidoglio è semplice e ben articolato: «Mi limito a rilevare come chi ricopre incarichi pubblici, soprattutto di grande visibilità, goda di una posizione di vantaggio rispetto agli altri contendenti, ‘dopando’ in tal modo la competizione elettorale. Ma l’argomento che trovo dirimente è l’esigenza di riaffermare il carattere terzo della funzione amministrativa: una tardiva ‘discesa in campo’ genera inevitabilmente il sospetto che il comportamento di quel funzionario ed i suoi atti siano stati condizionati dai suoi convincimenti ideologici o dalle sue ambizioni politiche. E ciò semplicemente non può essere».



(foto di copertina: da L’Aria che Tira, La7)