La bufala dell’italiana condannata a 6 anni in Francia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Categorie: Fact Checking

Nei giorni scorsi erano stati paragonati i casi di Francesca Peirotti e Carola Rackete

Bufale a quintali. Tra le varie storie raccontate sui social dopo la liberazione di Carola Rackete, il malcostume dei social – che si ciba dell’atavica questione ‘l’ho letto su internet – ha dato vita alla diffusione di una serie di fake news sui temi più disparati. La prima ha riguardato il padre della comandante della Sea Watch 3 che sarebbe un trafficante di armi (ma, in realtà, è stato consulente di un’azienda tedesca che si occupa di sistemi di sicurezza, come le blindature militari e civili). Poi è stata la volta del paragone tra la vicenda di Lampedusa (e della nave ong) e quanto accaduto qualche tempo fa in Francia con l’arresto dell’italiana Francesca Peirotti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Peccato che il tutto sia stato oggetto di disinformazione montata ad arte e trasformatasi in una bufala.



E l’analisi di questa fake news è stata realizzata da bufale.net, che con il suo lavoro di fact checking ha sfruttato proprio l’intervista fatta nei giorni scorsi da La Repubblica a Francesca Peirotti. La donna, italiana, è stata sì condannata in Francia, ma non a sei anni di prigione per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Venne fermata l’8 novembre del 2016 per aver trasportato sul proprio furgone un gruppo di migranti che, nei giorni precedenti, erano stati respinti a Ventimiglia. Tra di loro c’era anche un neonato e altre persone.

La vera storia di Francesca Peirotti

Nella sua intervista a La Repubblica, Francesca Peirotti ha spiegato che il suo caso è ben diverso da quello di Carola Rackete: «Io non sono una ong che salva vite in mare, non mi sono trovata nella situazione di non avere altro porto sicuro dove attraccare». Contestualizzata questa differenza, occorre analizzare quel dato: la condanna a sei anni per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.



Sui social è scattato il tam tam di condivisioni, indignazioni e rabbia con il solo obiettivo di screditare il lavoro dei magistrati italiani e del gip di Agrigento che non ha confermato la misura cautelare nei confronti di Carola Rackete.

 



Condanna a 8 mesi sospesa e mai applicata

Peccato che la sentenza sia stata ben diversa e Francesca Peirotti sia stata rinchiusa in carcere dopo la sentenza. Infatti, il tribunale di Aix-en-Provence l’ha condannata a otto mesi di prigionia e cinque anni di interdizione dalla Regione delle Alpi marittime. Una bella differenza, condita anche dal fatto che la pena sia stata immediatamente sospesa e mai entrata in vigore. Altro che sei anni, la narrazione social indignata ha partorito l’ennesima bufala.

(foto di copertina: da Twitter)