La whistleblower di Facebook dovrà parlare davanti anche al Parlamento britannico

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Dopo aver rilasciato le sue dichiarazioni al Senato americano, Frances Haugen testimonierà anche in Gran Bretagna alla fine del mese di ottobre

Mark Zuckerberg le ha definite «accuse illogiche», ma ora il “caso Facebook” varca i confini degli Stati Uniti e viaggia oltreoceano. Il prossimo 25 ottobre, infatti, Frances Haugen – la whistleblower che ha denunciato Menlo Park di mettere il profitto davanti alla salute mentale degli utenti, consapevolmente – comparirà anche davanti al Parlamento britannico per raccontare la sua versione dei fatti. Come già accaduto la scorsa settimana al Senato USA.



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La donna è stata convocata dalla Commissione per la legge sulla sicurezza online britannica proprio in relazione alle sue dichiarazioni e ai documenti che ha fatto trapelare nel corso delle scorse settimane al Wall Street Journal. La tesi dell’accusa – da cui Facebook sta tentando di difendersi in modo piuttosto grottesco – è quella diventata di dominio pubblico: all’interno di Menlo Park sono noti i problemi (anche di carattere mentale) che l’utilizzo dei social (quindi non solo quello madre, ma anche Instagram) stanno provocando sugli utenti. In particolare sui più giovani.



Frances Haugen riferirà contro Facebook anche in UK

L’ex product manager di una delle commissioni interne a Facebook – quella che si occupava della moderazione dei contenuti pubblicati sulla piattaforma -, ribadirà anche davanti al Parlamento britannico quelle stesse accuse. E la sua testimonianza potrebbe rivelarsi fondamentale in vista di una nuova normativa che la Gran Bretagna vuole portare avanti per l’immediato futuro: una legge per imporre ai social media (e, nel senso più esteso, ai giganti del web) alcuni obblighi a tutela di tutti gli utenti, in particolar modo pensando ai bambini. «Le parole di Frances Haugen – ha spiegato Damian Collins, presidente della Commissione chiamata a valutare la bozza di legge sui social, alla BBC – hanno rafforzato il caso di un regolatore indipendente con il potere di controllare e ispezionare le grandi aziende tecnologiche».