Virginia Raggi definisce un «errore» la Fosse Ardeatine

L’intento era dei più nobili, ma le parole scelte – come spesso le capita – non sono state le più azzeccate. E così un tweet di Virginia Raggi ha fatto storcere il naso provocando diverse reazioni sui social. La sindaca di Roma ha voluto ricordare in pochi caratteri Rosetta Stame, una delle memorie storiche dell’eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944, quando le truppe naziste che avevano occupato la capitale uccisero barbaramente 335 cittadini italiani come risposta all’attentato di via Rasella.

Un ricordo doveroso per una donna che ha mantenuto viva l’attenzione su quell’eccidio, trasformandosi in una pagina di storia vivente di quelle sofferenze vissute sulla propria pelle per le torture e l’uccisione del padre. Rosetta Stame rimase orfana quando aveva solo sei anni per mano dei nazisti che avevano occupato Roma. Suo papà Ugo Nicola, tenore e partigiano, venne ucciso proprio nelle Fosse Ardeatine, dopo le violenze fisiche subite in via Tasso dopo il suo arresto e la condanna da parte del Tribunale Speciale Tedesco con l’accusa di resistenza. Per questo motivo, per la sua testimonianza, il Comune di Roma, attraverso le parole della sindaca, ha deciso di dedicarle un pensiero.

 

Le Fosse Ardeatine sono state un errore

Poche righe, come spesso si fa in queste occasioni. Un ricordo sintetico, ma condito con una parola che ha creato grande dibattito attorno a questo tweet. Il termine «errore» sembra essere il meno indicato per definire un vero e proprio eccidio che è costato la vita a 355 cittadini innocenti, morti per volontà del regime nazista che aveva messo entrambi i piedi a Roma. L’unica loro colpa era essere italiani, partigiani o militari. Un orrore più che un errore, e la questa sarebbe stata la scelta linguistica migliore.

Più orrore che errore

Dieci italiani uccisi per ogni soldato tedesco non può essere considerato e derubricato a un errore. La storia ha insegnato che le parole scelte da entrambe le fazioni politiche – che si tratti di Shoah, Fosse Ardeatine e Foibe, perché le vittime non hanno colore ed è squallido connotarle politicamente come delle bandiere – fanno la differenza. E, come in tutti gli altri casi di barbari omicidi di massa, si deve parlare di orrore.

(foto di copertina: ANSA/CLAUDIO PERI)

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