Cosa hanno detto i fondatori di Artifact e cosa c’entra con TikTok

Cosa dovrebbe essere Artifact e cosa dovrebbe prendere dagli altri social stando alle parole dei suo creatori?

09/02/2023 di Redazione Giornalettismo

Kevin Systrom e Mike Krieger sono due nomi noti quanto basta: creatori e sviluppatori di Instagram, nel 2012 hanno scelto di vendere a Marck Zuckerberg per un miliardo di dollari e dal 2018 – quando hanno deciso di andarsene da Facebook in seguito ad alcune tensioni – non se ne è sentito parlare più di tanto. Fino all’inizio di febbraio 2022. Entrambi, infatti, hanno deciso di uscire sui social presentando il loro nuovo social delle notizie Artifact.

Di cosa si tratta? L’ambizione è quella di arrivare ad essere un feed di articoli personalizzati che, sfruttando il machine learning per comprendere gli interessi dell’utente, permetta di discutere delle varie notizie con i propri amici oltre che di fruirne. L’idea è quella di comprendere nel parco giochi di giornali, testate online e blog solo le fonti che fanno informazione affidabile e cercare di fornire – quando si fornisce – contenuti che permettano un’interpretazione delle cose quanto più bilanciata possibile. Una sorta di mix tra un aggregatore di notizia e un social network, a metà tra Twitter e con elementi di TikTok.

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Cosa hanno detto i fondatori sull’app finora


Puntare su un’app che metta al centro la parola sembra – nel contesto attuale, in cui il video è sovrano – una scelta perdente. Il punto è l’intento, secondo gli ideatori, di mettere al centro il testo in un modo innovativo e differente rispetto a quanto è stato fatto finora.

Le loro prime dichiarazioni in merito all’app i due fondatori di Instagram le hanno affidate a The Verge. I fondatori puntano – sfruttando dieci anni di studi e i progressi dell’AI – a raggiungere quante più persone possibili nonostante ciò su cui si basa l’applicazione sembri essere in controtendenza oggi. L’idea di Artifact è nata un paio di anni fa, hanno detto i due creatori, e Systrom ha affermato di essere stato scettico, un tempo, rispetto alla capacità dei sistemi di apprendimento automatico di migliorare i suggerimenti: «Nel corso degli anni, quello che ho visto è stato che ogni volta che utilizziamo l’apprendimento automatico per migliorare l’esperienza del consumatore, le cose sono andate molto bene molto rapidamente», ha affermato in riferimento all’esperienza su Instagram.

Lo scopo dei due sviluppatori era creare un nuovo progetto con tre condizioni di partenza: una nuova ondata nella tecnologia del consumo, un modo per legarla a una tecnologia sociale e l’idea di un prodotto che potesse risolvere un problema. La lampadina si è acceda vedendo il funzionamento dell’algoritmo di TikTok e scegliendo di legarlo a dei testi: «Ho visto quel cambiamento e ho pensato, “Oh, questo è il futuro dei social”», ha detto Systrom.

Systrom ha riferito che il compito di Artifact sarà quello di fornire agli iscritti notizie e informazioni di qualità comprendendo solo fonti di un certo tipo (seppure gli editori compresi non siano ancora stati rivelati).

Quali pezzi di TikTok punta a prendere Artifact?

Dove sta il gancio con TikTok? Proprio il funzionamento di quell’algoritmo ha dato l’ispirazione. Non importa che siano gli amici, non importa chi tu segua: il punto è che verranno proposti contenuti simili a quelli consultati in precedenza anche in base alla durata del consulto. Artifact punta a fare quindi con il testo quello che TikTok fa con i video.

Sarà l’algoritmo, registrando quello che ci interessa, a proporci altri contenuti simili. Non ci piace quello che propone? Avrà modo di accorgersi dell’errore e di proporre altri tipi di informazione. L’intuizione potrebbe rivelarsi buona se e solo se verrà trovato un modo efficace per tenere la disinformazione fuori da questo quadro fornendo contenuti bipartisan e bilanciati a seconda dei casi.

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