Il focolaio di Mondragone porta alla luce povertà e razzismo

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In queste ore le proteste esplose nell'ambito del focolaio Mondragone hanno richiesto l'intervento dell'esercito

La situazione per il focolaio Mondragone è sempre più fuori controllo, con i braccianti rinchiusi nella zona rossa contornata dal 22 giugno che stanno bloccando la statale Domiziana. Facciamo un passo indietro, dunque, e cerchiamo di capire come si è arrivati alla necessità di intervento dell’esercito, frutto di un colloquio tra De Luca e la ministra Lamorgese. Tutto è partito da un nuovo focolaio di coronavirus che ha fatto individuare 49 persone positive nella zona.



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La situazione per il focolaio Mondragone si fa sempre più complicata

La tensione tra i contagiati bulgari che vivono nelle palazzine della ex Cirio e i residenti della zona è salita nel pomeriggio, facendo emergere il fotte impatto che la zona rossa stabilita dalla Campania il 22 giugno sta avendo. I bulgari vorrebbero uscire per lavorare nei campi e qualcuno è riuscito a sfuggire ai controlli di contenimento. Nel mentre sono iniziate le proteste degli italiani per come la comunità bulgara sta affrontando la quarantena. Stamani i bulgari hanno protestato per chiedere cibo e la possibilità di uscire per lavorare mentre nel pomeriggio un gruppo di italiani si è fatto sentire per chiedere che rispettassero le prescrizioni. Si è sfiorato lo scontro, con urla tra palazzi e strada e provocazioni reciproche tra le due fazioni. Sono volate sedie di legno e, per reazione, un furgoncino è stato sfondato. Come riporta Repubblica, una targa divelta è stata esposta tra le urla «Mondragone siamo noi».



Il Covid ha fatto emergere le problematiche di un territorio

Quanto accaduto oggi nel territorio di Mondragone porta alla luce una situazione molto brutta, fatta di povertà, intolleranza e ultimi. Il nuovo focolaio di coronavirus è stata la scintilla che ha fatto scattare l’intolleranza che ha contrapposto gli italiani, che chiedono il rispetto delle regole, e i bulgari, che sono in quarantena ma domandano cibo e la possibilità di lavorare nonostante debbano sottostare alle misure di contenimento.

Il vescovo di Sessa Aurunca, monsignor Piazza, ha lanciato oggi un appello perché si evitasse ogni forma di xenofobia. Ad alimentare la questione. Intanto De Luca ha annunciato l’arrivo dell’esercito e controlli a tappeto per il contenimento della situazione anche tra i «lavoratori stagionali che vanno a lavorare nelle campagne soprattutto nei mesi di luglio e agosto. Stiamo facendo un lavoro rigoroso e impegnativo per isolare i contagi che sono arrivati dalla Bulgaria o da altre parti del mondo».