Rai, il M5S salva Foa facendo mancare il numero legale in commissione di vigilanza
13/06/2019 di Redazione
Mattinata turbolenta in commissione di Vigilanza Rai dove si stava discutendo, tra le altre cose, del doppio incarico del presidente Marcello Foa. Il giornalista, voluto alla guida del servizio pubblico dalla Lega, ha infatti assunto da poco anche la presidenza di Rai Com. Un doppio incarico che in molti, soprattutto dalle opposizioni, ritengono incompatibile. Sul tema stavano facendo una riflessione anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle che avevano espresso perplessità sul doppio incarico.
Foa ‘salvato’: nessun accordo tra M5S e Lega sul doppio incarico
La questione ‘morale’ è scoppiata oggi, con la Lega che aveva presentato un emendamento per sopprimere, nel documento che doveva essere approvato nella seduta del 13 giugno della commissione di Vigilanza Rai, la frase che evidenzia il contrasto tra lo Statuto Rai e la nomina di Foa a Rai Com. Il Movimento 5 Stelle ha cambiato più volte idea nel corso della riunione, causando numerose sospensioni della stessa e facendo, alla fine, venire meno il numero legale.
Un atteggiamento che non è passato inosservato e che ha infastidito non poco le minoranze, che hanno subito utilizzato parole molto forti per protestare contro l’atteggiamento dei pentastellati. Secondo il Partito Democratico e LeU, presenti con propri rappresentanti all’interno della commissione di Vigilanza Rai, il Movimento 5 Stelle ha deciso di non entrare in aula per la votazione per non infastidire l’alleato di governo della Lega.
L’attacco della minoranza sull’indecisione Lega-M5S su Foa
O, meglio, per prendere tempo e arrivare a una nuova votazione nella prossima settimana. Michele Anzaldi parla apertamente di spaccatura nella maggioranza: «Parlamento bloccato e umiliato – ha detto il deputato del Partito Democratico -, la maggioranza per lavorare non c’è più: sono uniti solo da arroganza contro istituzioni colleghi e funzionari. Stupefacente che colleghi come Di Nicola e Paragone si accodino a tale vergogna».
FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI