Come essere una Femen ai tempi del #Metoo, tra topless e scuola

È possibile essere una Femen ai tempi del #MeToo? certo che sì, anzi, è ancor più doveroso. Il movimento nato in Ucraina fece scalpore per l’esibizione del corpo: le Femen infatti hanno sempre protestano a seno scoperto, dipingendo slogan sul corpo e perpetrando azioni estremamente provocatorie.  La prima a manifestare in topless fu Oksana Shachko davanti all’ambasciata afghana a Kiev per protestare contro una legge che permetteva agli uomini sciiti di negare alle loro mogli ogni tipo di appoggio se queste non soddisfacevano le loro richieste sessuali. Da allora, il seno scoperto è diventato un mezzo di protesta vero e proprio. Inna Shevchenko spiegò che il togliersi gli indumenti durante le proteste serve affinché «le persone possano vedere che non abbiamo armi, eccetto i nostri corpi» e che comportarsi in questa maniera «in un mondo che appartiene agli uomini»sia l’unica maniera per «provocarli e catturare l’attenzione di tutti». Ma come si coniuga questo uso del corpo con la nuova ondata del femminismo?

Come essere una Femen ai tempi del #Metoo, tra topless e scuola

LEGGI ANCHE> Trovata morta in casa una delle fondatrici delle Femen

MeToo e Femen non sono concetti antistanti o contraddittori, anzi. Lo spiega bene una delle leader del movimento, Inna Shevchenko, in una intervista a Rep:. L’attivista, ora in esilio, racconta infatti che il movimento Femen negli ultimi dieci anni si è evoluto: «È diminuito il numero di azioni in topless, mentre sempre più spesso ci invitano nelle scuole, scriviamo libri e articoli» ha spiegato nella sua intervista. Come sono cambiati i corpi delle giovani studentesse che iniziarono protestando a Kiev nel 2008, allo stesso modo sono cambiate le modalità di protesta. Complice anche il fatto che il movimento è diventato internazionale. Non più solo Ucraina e Europa dell’est: donne a seno scoperto intente a combattere per i propri diritti sono apparse anche in Spagna, in Bolivia, Cile, Brasile. «L’idea delle Femen è diventata più grande del movimento stesso – ha infatti dichiarato Inna Shevchenko a Rep – La cosa ci riempie di orgoglio e dimostra che il topless è ancora efficace». Utilizzare il seno a scopo politico potrebbe far storcere il naso alle femministe travolte dal MeToo, ma sarebbe un errore. Sfruttare il proprio corpo per attirare l’attenzione significa reclamarlo, deciderne, usare il fascino erotico a proprio vantaggio. In molti penseranno, e non a tutti i torti, che così facendo si corre il rischio di distrarre dal messaggio: ecco perché il movimento femen si è evoluto, allargandosi a donne giornaliste, informatiche, insegnanti, attrici…«È cambiato il contesto: di femminismo si parla ovunque» evidenzia infatti Shevchenko a Rep, sottolineando anche che «tutti i movimenti progressisti, all’inizio, non vengono capiti. Ma ormai le nostre idee sono comprensibili a un pubblico sempre più vasto. Altrimenti non ci inviterebbero nelle scuole». A seno coperto o scoperto.

 

(Credits immagine di copertina: Wikimedia Commons Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic license)

Share this article
TAGS