Il Fatto Quotidiano consiglia a Di Maio di vendere le quote della sua società

Dopo la bufera che ha travolto l’impresa edile della famiglia di Luigi Di Maio, con alcuni ex dipendenti che davanti alle telecamere de Le Iene hanno raccontato di aver lavorato in nero per mesi o anni, la stampa più vicina (meno ostile) al Movimento 5 Stelle chiede al vicepremier un passo indietro e rinunciare al suo ruolo nella società. Il Fatto Quotidiano, con un articolo di analisi a firma di Marco Lillo, consiglia al leader M5S, ministro di Lavoro e Sviluppo Economico, di vendere le sue quote, di abbandonare la proprietà, per non restare «ostaggio» della ditta creata dal padre che tanto imbarazzo gli sta creando.

Il Fatto invita Di Maio a vedere le quote della sua impresa edile

Di Maio è titolare al 50% della Ardima srl, nata nel 2012. L’altra metà appartiene alla sorella Rosalba. La società non è quella che avrebbe commesso irregolarità. Ad assumere operai in nero sarebbe stata infatti la vecchia Ardima Costruzioni, intestata alla mamma di Luigi, Paolina Esposito, e gestita dal padre, Antonio Di Maio. Circa sei anni fa l’azienda della prima impresa è stata donata dai genitori ai figli.

«Il capo M5S ceda le quote della società», è il titolo dell’analisi del Fatto. «Luigi Di Maio – scrive Lillo – non ha fatto nulla di male ma il suo ruolo di leader del primo partito italiano gli impone di cedere le quote della Ardima Srl. Per rispetto agli italiani che hanno votato M5S deve porre fine allo stillicidio sulle presunte irregolarità commesse nel precedente decennio dalla Ardima Costruzioni». «Comunque – si legge ancora sul Fatto – il legame aziendale tra l’impresa dei genitori e la Srl dei figli dovrebbe suggerire a Di Maio di chiudere la sua esperienza in un impresa edile di Pomigliano».

(Foto di copertina da archivio Ansa: Di Maio al Samsung Business Summit ‘Wide Opportunities World’, a Milano, il 23 novembre 2018. Credit immagine: ANSA / DANIEL DAL ZENNARO)

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