Facebook viene meno al divieto UE di utilizzare i dati di Whatsapp

Facebook è sfuggita a un possibile divieto dell'Unione europea sul suo uso dei dati dei clienti di WhatsApp

15/07/2021 di Giorgia Giangrande

Facebook evita il divieto UE sull’uso dei dati di Whatsapp, ma deve affrontare un’indagine sui nuovi termini e servizi che hanno smosso i sostenitori dei diritti dei consumatori.

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Il giudizio sulle pratiche di Facebook

Come riporta Bloomberg, l’European Data Protection Board, un organo di autorità dell’UE, ha ritenuto che le pratiche di Facebook legate ai dati di WhatsApp dovrebbero essere esaminate «in via prioritaria» dall’Irish privacy watchdog, il principale garante della privacy nel Paese.

Data l’alta probabilità di violazioni ai fini della sicurezza e della protezione di Whatsapp, l’organo EDPB ha dichiarato in un comunicato che la questione richieda indagini rapide. Whatsapp aveva annunciato a gennaio i suoi cambiamenti della politica, poi ritardati a maggio per via della confusione degli utenti su quali dati il servizio avrebbe raccolto e come li avrebbe condivisi con Facebook. Durante questa settimana, gli attivisti per i diritti dei consumatori si sono mossi presentando una denuncia contro Whatsapp in merito ad un suo presunto svolgimento di pratiche troppo «opache».

L’indagine: Facebook divieto UE

La nuova indagine irlandese nei confronti di Facebook e Whatsapp si va ad aggiungere alle altre 28 che la Commissione irlandese ha aperto nei confronti dei giganti della Silicon Valley, aventi tutti la loro base UE in Irlanda.

Quando lo scorso maggio il garante della privacy tedesco aveva chiamato in causa il garante europeo, dopo aver deciso di sospendere per tre mesi la condivisione dei dati di Whatsapp con Facebook, l’app di messaggistica aveva dichiarato che l’azione non aveva basi legittime e che non avrebbe avuto nessun impatto sull’aggiornamento delle politiche sulla privacy, perché «era basato su equivoci fondamentali per quanto riguarda lo scopo e l’effetto dell’aggiornamento dei termini di servizio».

In questa occasione, invece, la compagnia si è adeguata, accogliendo la decisione dell’European Data Protection Board di avviare un’indagine in Irlanda, dichiarando la sua intenzione a collaborare con il garante irlandese per affrontare le questioni sollevate. Solitamente quando si gioca d’anticipo è per evitare che si dubiti sulla propria condotta, ma speriamo nella loro buona fede. Anzi, speriamo che la trasparenza dimostrata nel voler collaborare, trovi conferma durante l’intero corso delle indagini.

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