Del Facebook Data Breach sono vittima più della metà degli italiani

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Lo scettro della nazione più "depredata" dei propri dati nel Facebook Data Breach va all'Egitto ma anche gli italiani non scherzano

Nel Facebook Data Breach che risale al 2019 gli italiani sono stati i più coinvolti immediatamente dopo gli egiziani e subito prima degli statunitensi. Lo studio che ha permesso di scoprire in quale misura siano coinvolti i cittadini delle varie nazioni è targato Surfshark, azienda britannica che ha dato la possibilità di fare la classifica dei paesi più colpiti. I ricercatori hanno rivelato che sono stati trafugati, in media, cinque tipi di dati per ogni utente che possono includere nome completo, posizione, data di nascita, numero di telefono, ID Facebook, indirizzi e-mail e biografie. Sul podio dei più derubati troviamo al primo posto gli utenti Facebook egiziani, al secondo gli utenti Facebook italiani e al terzo gli utenti Facebook statunitensi.



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Classifica paesi più colpiti dal Facebook Data Breach

Il database di dati rubati a Facebook nel 2019 è stato messo in vendita un paio di mesi e giusto qualche giorno fa è stato reso disponibile in rete gratuitamente. I ricercatori sono partiti da questi dati rubati a 533 milioni di utenti stilando la classifica dei più colpiti. Al primo posto c’è l’Egitto (dati rubati a 44.833.547 di utenti), al secondo posto c’è l’Italia (dati rubati a 35.677.377 di italiani, praticamente più della metà della popolazione totale del nostro paese) e al terzo posto ci sono gli Stati Uniti con 32.315.282 di utenti depredati dei propri dati personali. Al seguito ci sono Arabia Saudita (28.804.686), Regno Unito (11.522.327), Francia, Turchia, Marocco, Colombia, Iraq e Sud Africa.



Oltre il 50% degli italiani ha i propri dati pubblici sul web

Per capire appieno l’enormità di quei 35.677.377 di italiani che hanno visto i propri dati trafugati basti pensare che nel 2020 gli italiani sono stati calcolati per un totale di 60.317.000. Più della metà dei cittadini nostrani, quindi, ha visto i propri dati sensibili finire alla mercé di chiunque in internet ed è propri per questo che l’allerta deve essere massima quando si ricevono chiamate, sms o e-mail da sconosciuti: «Questo è un invito agli utenti a essere più guardinghi. Sia si tratti di sms, e-mail o altri mezzi da cui si ricevono messaggi, va controllato sempre il mittente, link e file allegati, gli errori grammaticali, il tono di urgenza e le offerte che sono troppo belle per essere vere», ha spiegato Goddy Ray, ricercatore di Surfshark.

Il dato più rubato è il numero di cellulare

Dalla ricerca è emerso come ben l’89,01% dei 533 milioni di account coinvolti si siano visti rubare il numero di cellulare. Nella fuga di dati solo il 4,76% dei profili ha visto esporre il proprio indirizzo mail mentre nel 60,58% dei casi è stata esposta la posizione. C’è anche la possibilità di abbinare nomi e numeri di telefono con i dati sulla posizione e nel 18,3% dei casi è stato esposto anche il nome del datore di lavoro.



L’allerta deve essere massima, a questo punto, per tutti coloro che sono coinvolti e che possono scoprire qui  se fanno parte della maggioranza degli italiani di cui Facebook non ha saputo proteggere i dati.