Il boomerang delle espulsioni M5S: i ricorsi sulla penale da 100mila euro

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Il senatore Gregorio De Falco farà causa. Altri potrebbero seguire a ruota

Quando si dice: l’effetto indesiderato, le controindicazioni, il boomerang. Il Movimento 5 Stelle rischia di pagare ora un prezzo molto alto per la penale da 100mila euro che ha fatto firmare ai suoi candidati prima delle Elezioni Politiche. Con le espulsioni di deputati e senatori dissidenti il partito guidato da Luigi Di Maio potrebbe ritrovarsi ad affrontare in tribunale una valanga di ricorsi. È quanto evidenzia oggi il quotidiano Il Giornale (articolo di Domenico Di Sanzo) riportando voci dall’ambiente pentastellato.



Parlamentari M5S espulsi, rischio boomerang dei ricorsi sulla penale

La penale è stata pensato come un deterrente contro i cambi di casacca, ma nessuno è disposto a versarla senza fare problemi. Per questo ogni epurazione potrebbe trasformarsi in una causa. Un’eventualità temuta ai piani alti del Movimento. Il senatore Gregorio De Falco, la cui espulsione è stata annunciata lo scorso 31 dicembre, ha già detto di essere intenzionato a fare ricorso contro la decisione dei Probiviri. Gli altri dissidenti (con De Falco sono stati espulsi anche un altro senatore, Saverio De Bonis, e due europarlamentari, Giulia Moi e Marco Valli) potrebbero seguire a ruota. Il deputato Matteo Dall’Osso, che a inizio dicembre ha lasciato spontaneamente il M5S, dopo la bocciatura di sue proposte per i disabili, suila penale da 100mila euro ha dichiarato: «È irrilevante, perché è incostituzionale. Non è che mi spaventa perché non me lo chiederanno neanche visto il bene che loro mi vogliono e che io voglio a loro». Sono in attesa di provvedimento disciplinare le senatrici Elena Fattori e Paola Nugnes.

Come spiega Il Giornale, le penali M5S da pagare, volute da Davide Casaleggio, precisamente sono due: 100mila euro per la violazione dell’articolo 5 del Codice Etico, da versare entro dieci giorni dalla comunicazione del provvedimento, e poi il 50 per cento degli emolumenti percepiti o da percepire in un anno solare, in ragione della carica ricoperta a seguito dell’elezione, secondo l’articolo 11 dello Statuto. Questa cifra, vicina ai 30mila euro per i parlamentari, andrebbe accreditata a un ente benefico indicato dal M5S.



(Foto di copertina da archivio Ansa: i senatori Gregorio De Falco e Paola Nugnes in aula al Senato durante la discussione del decreto legge sicurezza, 5 novembre 2018. Credit immagine: ANSA / ANGELO CARCONI)