Elon Musk inizia a vendere le sue azioni Tesla dopo il sondaggio su Twitter

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L'uomo più ricco del mondo aveva chiesto un parere al "popolo" della rete e ora ha iniziato il processo per la cessione di molte azioni

Vox Populi, vox Dei. Dopo aver sollecitato il web con un sondaggio, Elon Musk ha deciso di seguire la linea indicata dalla rete. Dall’inizio di questa settimana, infatti, sono state messe in vendita una parte delle sue azioni Tesla. Si parla di un valore economico che supera i cinque miliardi di dollari. Ed è solo l’inizio: nel corso delle ultime ore (ma anche nei prossimi giorni) le vendite proseguiranno. Tutto è partito dal caso sollevato sul mancato pagamento delle tasse sui cosiddetti “unreailzed gains“, cioè i guadagni sulle variazioni dei titoli in borsa.



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Il sondaggio ha parlato chiaro ed Elon Musk ha dato seguito alla vox populi iniziando, da lunedì 8 novembre, a vendere una parte delle sue azioni, come confermato dai documenti pubblicati (che rappresentano un vero e proprio report delle attività di scambio a Wall Street) dal Securities and Exchange Commission.



Il 57,9% dei votanti (in totale si sono espressi 3.519.252 utenti su Twitter) ha detto a Musk di vendere parte delle sue azioni. Il tutto nonostante la spiegazione data dal fondatore e Ceo di Tesla: «Io non ho uno stipendio e non prendo bonus. Per pagare questa tassa, sono costretto a vedere parte delle mie azioni».

Elon Musk inizia a vendere miliardi di azioni Tesla dopo il sondaggio su Twitter

E quella porzione ridotta di azioni in Borsa equivalgono al 10%. E quelle vendute finora non arrivano a quella cifra. Dunque, il valore di 5 miliardi di dollari raggiunto (e già ritoccato nelle ultime ore) è destinato a crescere. D’altronde, come spiega The Verge, questa decisione era inevitabile. Le pressioni sul pagamento delle tasse anche sui “guadagni non realizzati” arriva dopo giorni di dibattito interno negli Stati Uniti, dove l’amministrazione Biden ha messo in evidenza la voglia e l’esigenza di andare a toccare anche quei guadagni che arrivano dalle fluttuazioni in Borsa. La variazione, soprattutto se in positivo, di un titolo di cui si posseggono azioni, non è tecnicamente tangibile all’istante, ma rappresenta comunque un guadagno.