La traduttrice Elisabetta Savigni Ullmann e la diversa reazione con Trump e con Nancy Pelosi

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Le due facce dell'interprete di Sergio Mattarella

Nella giornata di ieri, c’è stata molta attenzione intorno ad Elisabetta Savigni Ullmann, la traduttrice che era al seguito di Sergio Mattarella nel corso della sua visita alla Casa Bianca. L’interprete (che fa parte della rete di AIIC e che già in passato aveva fatto da traduttrice per Barack Obama) ha seguito il presidente della Repubblica nei suoi incontri.



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Elisabetta Savigni Ullmann, la traduttrice delle facce dietro Donald Trump

Ovviamente, è diventata virale la sua espressione nei confronti di Donald Trump: collocata alle spalle del presidente degli Stati Uniti al momento della conferenza stampa, Elisabetta Savigni Ullmann si è resa protagonista di espressioni piuttosto eloquenti. Concentrazione o difficoltà a seguire il filo del ragionamento del presidente noto per esprimere concetti in maniera non proprio limpida e lineare? Fatto sta che le sue espressioni del volto hanno rappresentato una sorta di emblema della visita del presidente della Repubblica Mattarella negli Stati Uniti.



Elisabetta Savigni Ullmann e la sua espressione diversa con Nancy Pelosi

Elisabetta Savigni Ullmann ha seguito il presidente Sergio Mattarella anche nel suo incontro con Nancy Pelosi, la speaker del Congresso di origini italiane e di estrazione democratica. Come si può vedere nel fotogramma estrapolato dal video pubblicato dal Quirinale, qui il suo volto è molto più disteso ed è addirittura sorridente. Nulla a che vedere con quella tensione e con quello sguardo di sospetto (o di concentrazione) che aveva sfoggiato al momento del discorso di Donald Trump.

L’interprete ha origini livornesi, anche se da vent’anni lavora per la Casa Bianca: è stata interprete anche per Bill Clinton e per Barack Obama. Il suo status è stato spiegato bene in una rara intervista rilasciata per La Nazione: «Prima di cominciare questo lavoro – diceva nel 2016 – ho firmato il nullaosta di segretezza al più alto livello, si tratta di un requisito fondamentale per poter lavorare al fianco del presidente». In passato, si era espressa in maniera molto accorata nei confronti di Barack Obama: «Un presidente che crede in quello che fa» – aveva detto.