La gaffe di Elio Lannutti sul mandato scaduto di Juncker alla Commissione UE

Spesso capita, quando ci si espone via social, di cadere il alcune gaffe. È altrettanto consueto che qualcuno sia subito pronto a far notare una gaffe e sottolinearla con veemenza. E tutto ciò è accaduto – ancora una volta – al senatore del Movimento 5 Stelle Elio Lannutti che su Twitter ha parlato di voto sacrosanto dei pentastellati europei a Ursula von der Leyen per evitare di far rimanere sulla poltrona della presidenza della Commissione UE Jean-Claude Juncker. In realtà, però, il mandato del lussemburghese è in scadenza (a novembre) e non sarebbe stato comunque lui a succedere a sé stesso.

«Ursula Von der Leyen è Lady Europa. Senza i voti decisivi del M5S, avremmo ancora l’ebbro Juncker, ex capo di uno Stato canaglia nemico dell’Italia e dei popoli del sud Europa. Bene ha fatto il M5S a scegliere il male minore. Tutto il resto è noia», ha scritto Elio Lannutti nel suo profilo Twitter (che già in passato gli ha creato diversi problemi per via di un vecchio post sui savi di Sion). Oltre al giudizio sull’ebbrezza del presidente della Commissione Europea in scadenza, appare evidente come il tweet non abbia contezza con la realtà.

 

Il tweet di Elio Lannutti

Jean-Claude Juncker, infatti, non sarebbe mai stato rieletto e non sarebbe rimasto presidente della Commissione Europea anche se non fosse stata votata l’ormai ex ministra della Difesa tedesca Ursula von der Leyen. Lei, un’altra o un altro: il cambio al vertice della Commissione UE ci sarebbe stato lo stesso. Insomma, il mandato di Juncker è scaduto con il voto dello scorso 26 maggio (anche se il passaggio ufficiale di testimone avverrà il prossimo 31 ottobre, come da prassi).

La vittoria risicata di von der Leyen

L’eventualità di una sua permanenza sarebbe stata percentualmente irrilevante dato che si sarebbero dovuti incastrare diversi tasselli affinché fosse proposta una proroga temporanea (ma di qualche mese) in caso di fase di stallo o situazione senza soluzione. I vari vertici tra i 28 Stati Membri, invece, aveva indicato il nome di Ursula von der Leyen (anche se la sua vittoria al voto dell’Europarlamento è stata risicata). Il pericolo “dell’ebbro Juncker”, dunque, non c’è mai stato.

(foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

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