La senatrice M5S Fattori: «Luigi Di Maio faccia un passo indietro»

Sono nati con il motto ‘Uno vale uno’, ma pian piano questo dogma si è spento nelle mani di un solo uomo al comando. L’accusa arriva direttamente dall’interno del Movimento 5 Stelle, dove la senatrice Elena Fattori – già in rotta da tempi, fin dall’approvazione del decreto sicurezza proposto da Matteo Salvini e votato dalla maggioranza – non usa mezzi termini per definire assurda la situazione che si è creata all’interno del M5S, dove si è persa di vista la loro vera natura politica.

«Luigi Di Maio dovrebbe fare un passo indietro – afferma Elena Fattori al Corriere della Sera -. Siamo nati come movimento ‘uno vale uno’ e siamo diventati ‘uno vale tutti’».Un duro atto di accusa al vertice del Movimento 5 Stelle, con la senatrice che critica, in particolare, la volontà che sta emergendo in questi giorni dopo la cocente sconfitta nelle elezioni regionali d’Abruzzo: «Sono contraria alle alleanze con le liste civiche. Abbiamo sempre criticato le liste civetta. Per noi regole severissime e poi imbarchiamo personaggi improponibili? Sarebbe ipocrita e pericoloso».

Elena Fattori contro il capo unico Di Maio

Piccoli passi che stanno muovendo il Movimento verso una direzione ben precisa, che però non piace alla senatrice ortodossa. «Non voglio che il M5S diventi un partito – ha spiegato Elena Fattori -. Bisogna stare attenti a non fare una cosa top down: io decido e voi eseguite. Un tempo eravamo bottom up: si partiva dal basso». Ma questa trasformazione, a vedere cosa accade nelle aule del Parlamento, sembra già essere avvenuta.

No ai referendum su Salvini e Tav

Poi si passa a parlare del tema cardine della democrazia partecipativa, fondamento iniziale del Movimento 5 Stelle. Sono due i temi che richiamano alla consultazione online del popolo grillino: il processo a Salvini e il Tav. Per entrambi i casi Elena Fattori ritiene errato rivolgersi al popolo. «Fare un referendum sul sì o no al processo a Salvini non sarebbe solo sbagliato, ma illegittimo – spiega la senatrice -. È una decisione che non riguarda la linea politica e che deve esser presa dai parlamentari e non dal partito. Sul Tav non c’è bisogno di un referendum. Non si deve fare e basta. Il No alla Tav lo abbiamo anche nel nostro inno e Beppe Grillo è stato processato per questo».

(foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

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