Per Einstein Dio era solo il «prodotto della debolezza umana»
04/12/2018 di Redazione
La chiamano ‘Lettera su Dio’, ma Albert Einstein cita il suo nome soltanto una volta nel corso del suo scritto. E lo cita per definirlo ‘prodotto della debolezza umana’. Il grande scienziato esplora gli angoli più intimi della sua anima e del suo inconscio, in alcune righe in cui si parla di religione. Il suo colloquio avviene con il filosofo tedesco Eric Gutkind, autore del libro Scegli la Vita: la chiamata biblica alla rivolta.
Einstein e la sua lettera su Dio
Einstein non aveva gradito quel prodotto, o meglio lo considerava materiale su cui riflettere in maniera più critica. Tanto da arrivare alla definizione di Dio esposta in precedenza. Un taglio decisamente estremo sul suo modo di vedere la religione, che potrebbe portare qualche interprete a propendere per l’ateismo di Einstein.
Non è così, tuttavia, secondo gli studiosi che analizzano con attenzione il pensiero di Albert Einstein. In modo particolare, per Walter Isaacson, Einstein non era ateo, ma aveva un’idea di Dio molto più profonda rispetto a quella del resto del genere umano. La lettera su Dio dello scienziato verrà battuta all’asta dalla casa Christie’s, che probabilmente la venderà per la cifra record di 1,5 milioni di dollari.
Com’era composta la lettera su Dio
La lettera era in possesso della famiglia Gutkind: già diverso tempo fa si provò a scatenare una sorta di asta su EBay per arrivare alla cifra record di 3 milioni di dollari. L’operazione, tuttavia, non ebbe un buon esito. La lettera di Einstein è lunga 239 battute, inclusi gli spazi, i punti e le virgole. Un biglietto decisamente sintetico per esprimere tutta la vastità che c’è dietro a un pensiero di questo tipo. Eppure, in così pochi passaggi, il grande scienziato riuscì a creare un dibattito tale da renderlo oggetto di studi ancora ai giorni nostri.