Starting Finance è una delle realtà più attive nell’ambito della divulgazione e dell’educazione finanziaria in Italia. I suoi progetti hanno il compito di prendere in considerazione l’alfabetizzazione finanziaria delle nuove generazioni e di offrire loro anche dei suggerimenti su come acquisire competenze nell’ambito. Marco Scioli, chairman e founder di Starting Finance, ha parlato con noi di economia digitale, di consapevolezza delle nuove generazioni negli investimenti, di divulgazione sui media relativa a queste tematiche.
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Per iniziare la nostra conversazione, gli abbiamo chiesto quale fosse l’innovazione digitale più incisiva nell’ambito degli investimenti. Ovviamente, Marco Scioli ha fatto riferimento a tutto ciò che, oggi, consente di realizzare complesse operazioni finanziarie in pochi click. Un bel passo in avanti rispetto alle abitudini del passato: «Sicuramente il fatto di iniziare a usare le nuove tecnologie, quindi tutto ciò che riguarda pagamenti e investimenti, da casa – spiega Scioli -. Se pensiamo rispetto a quello che era qualche anno fa per esempio il mercato finanziario, si andava fisicamente all’interno dei palazzi della Borsa e si scambiavano dei pezzi di carta».
C’è un altro tema che bisogna affrontare quando si parla di investimenti. Quando si confrontano le realtà più “ingessate” e tradizionali con quelle particolarmente innovative si assiste a uno scollamento che ancora si fa fatica a colmare. Marco Scioli ritiene che il dialogo è ancora insufficiente: «Secondo me, ci si parla ancora troppo poco. Nel senso che dovrebbe migliorare ancor di più la comunicazione e le sinergie che si possono creare tra realtà un po’ più tradizionali e quelle un po’ più innovative».
Anche perché l’interesse delle giovani generazioni è palese. Chiaramente ci sono delle responsabilità per chi fa educazione digitale nei loro confronti e realtà come Starting Finance possono essere fondamentali per orientare le scelte della GenZ in questo disordine informativo: «C’è sicuramente molto interesse tra i giovani. Noi lo vediamo tutti i giorni con i nostri contenuti quando parliamo di investimenti, di start-up, di nuove tecnologie, di innovazione, i giovani sentono proprio il fiuto per un qualcosa che può interessarli. Ovviamente poi bisogna stare attenti anche a come comunicare e cosa comunicare perché poi molto spesso si tende a spostare questo concetto di start-up e investimenti all’ok guadagno dei soldi facili su delle piattaforme».
E allora è opportuno farsi le ossa, anche se si vuole costruire una propria startup. L’applicazione è sempre fondamentale, ma nulla insegna come l’esperienza sul campo: «Più che studio, più che percorso di formazione vero e proprio – dice Marco Scioli -, per me chi vuole fare start-up deve iniziare, deve sbagliare, deve partire e poi ovviamente imparare dagli errori e non reiterarli». Da questo punto di vista bisognerebbe trovare più spazio sui grandi media tradizionali che si occupano di economia e finanza. Perché le pagine dedicate alle nuove tecnologie, ai nuovi investimenti digitali, alle nuove forme di crescita del mercato sono ancora troppo poche: «Secondo me – conclude Scioli – non se ne parla abbastanza, perché l’economia digitale, l’innovazione hanno ancora degli spazi un po’ troppo ridotti. Tutti i giorni si dovrebbero trattare queste tematiche ovviamente al fianco di economia reale, tradizionale e tutto ciò che già oggi è presente nell’informazione italiana».