Cosa sta succedendo in Ecuador e perché il governo ha spostato la capitale

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Da venerdì scorso, proteste contro le misure economiche che hanno portato a dichiarare lo stato d'emergenza

C’è un grave problema in Ecuador. Da venerdì scorso sono in atto delle proteste molto veementi da parte della popolazione contro il governo centrale. Gli scontri hanno alzato così tanto il livello di attenzione da costringere il governo a spostare la capitale da Quito a Guayaquil. La polizia e i manifestanti sono entrati in contatto diverse volte e, per questo motivo, l’esecutivo aveva deciso di proclamare uno stato d’emergenza di due mesi. Ma il trasferimento della capitale da un punto all’altro del Paese dell’America Latina ha testimoniato come questa prima contromisura non sia bastata a risolvere le tensioni che stanno attraversando ampi strati della popolazione.



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Ecuador, le proteste della popolazione contro il governo

All’origine delle dure proteste ci sono le misure economiche che il governo centrale ha intrapreso. Il presidente Lenín Moreno aveva garantito, al momento della sua elezione il 24 maggio 2017, che il Paese avrebbe proseguito sulla strada del riformismo socialista. Ma, in breve tempo, anche a causa di una congiuntura economica sfavorevole, si è scelto di sposare una linea di dura austerity, con tagli ai sussidi che, almeno dagli anni Settanta, erano garantiti alla popolazione.



La svolta reazionaria del governo di Lenin Moreno

Inoltre, anche dal punto di vista della politica interna, Moreno si è sempre più distaccato dalla linea socialista del partito (incarnata anche dal suo predecessore e collega di Alianza PAIS, Rafael Correa) cercando anche il dialogo con la destra conservatrice. Per questo motivo, la popolazione ha deciso di ribellarsi. Lui si difende, affermando che le contestazioni siano ispirate direttamente dal Venezuela di Maduro e che sia in atto un vero e proprio colpo di Stato per ribaltarlo. Al momento si registrano più di 400 arresti negli scontri e uno spostamento della Capitale a suo modo epocale.