Come è morta la ragazzina sacrificata agli dei Inca
30/07/2013 di Valentina Spotti
Scelta per diventare un’offerta agli dei. Così gli archeologi hanno ricostruito gli ultimi istanti di vita di una ragazzina di 13 anni, uccisa più di cinque secoli fa sulla vetta di una delle montagne sacre della civiltà Inca, il vulcano Llullaillaco.
IN SILENZIO PER CINQUE SECOLI – Le mummie di Llullaillaco, ritrovate alla fine degli anni Novanta in un sito archeologico alle pendici dell’omonimo vulcano al confine tra Argentina e Cile, hanno rappresentato uno dei misteri più affascinanti per gli studiosi di civiltà precolombiane. È apparso chiaro fin da subito che questi bambini – i cui corpi si sono conservati intatti per secoli – erano stati immolati nel corso di un rituale religioso ma i reali motivi della loro morte non sono mai stati accertati. Fino ad oggi. Usando una tecnica rivoluzionaria, un gruppo di scienziati britannici sono riusciti a dedurre importantissime informazioni sulle ultime 24 ore di vita di una delle tre mummie studiando un capello della ragazzina mummificata.
ALCOOL E COCA – Si tratta di una ricerca iniziata sei anni fa, oggi corredata di nuovi informazioni e dati più precisi: “Siamo riusciti a ricostruire la sua storia dai suoi capelli, è come se ci avesse parlato” – ha dichiarato all’Independent Andrew Wilson, leader dello studio condotto dall’Università di Bradford. Wilson e il suo team hanno trovato ingenti tracce di alcool e di sostanze stimolanti nei capelli della bambina: questo significa che la piccola era stata “scelta” dai capi della comunità con largo anticipo e opportunamente “preparata” per andare incontro al suo destino.
SCELTA PERCHÉ PERFETTA – Secondo quanto si sa sulla civiltà Inca, molto spesso i bambini venivano selezionati dalle autorità locali per prestare servizio all’imperatore a Cusco, oggi in Perù. Le ragazze scelte per questo compito venivano poi date in moglie ai membri dell’elite, oppure venivano educate come sacerdotesse. Ma i bambini e le bambine più “meritevoli”, che non presentavano imperfezioni fisiche, erano destinati al sacrificio: per questo venivano nutriti con cibi di prima qualità e, almeno sei mesi prima della cerimonia, assumevano regolarmente foglie di coca e alcool. Di certo queste sostanze erano usate per reprimere l’agitazione e l’ansia dei bambini, perfettamente consapevoli del proprio destino, come la ragazzina ritrovata a Llullaillaco.
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IL SACRIFICIO – Anche la sua morte avrebbe seguito un rituale preciso: dopo aver raggiunto a piedi il punto esatto, sfinita dalla lunga marcia tra le montagne, indebolita dall’alcool e della paura, la ragazzina sarebbe stata vestita di un abito marrone e incoronata con un copricapo sacro prima di essere uccisa, forse per strangolamento. Il suo corpo è stato po deposto in una speciale tomba preparata per l’occasione, che ne ha conservato il corpo per tutti questi secoli, tenendosi stretto il segreto della sua morte.
(Photocredit: Wikipedia)