E ora Balotelli cosa fa? Il futuro di Supermario è sempre meno italiano

25/06/2014 di Giordano Giusti

Sul calendario di casa Balotelli la data del 24 giugno 2014 verrà molto probabilmente cerchiata di rosso. La sconfitta con l’Uruguay e la conseguente eliminazione dal Mondiale brasiliano segna uno strappo non soltanto per la nazionale azzurra, ma anche per il suo uomo più discusso: l’attaccante del Milan, simbolo della rosa messa su dal dimissionario ct Prandelli, si trova ora davanti ad un punto di svolta della sua carriera.

Mondiali 2014, Italia vs Uruguay

BALOTELLI DELUDE – La rete siglata nel match di apertura con l’Inghilterra non è bastata: Balotelli ha deluso, sia sul piano tecnico, sia sul piano comportamentale. Nei 163 minuti giocati in tutto il Mondiale si contano soltanto sei tiri verso la porta, nessun assist, nessun contrasto vinto, ben sei fuorigioco. A ciò si aggiungono una condizione fisica rivedibile, i due gol sbagliati contro la Costa Rica, e poi le solite escandescenze: per squalifica avrebbe saltato gli eventuali ottavi, avendo raccolto due ammonizioni in meno di due partite. Ieri sera ha rischiato anche il rosso: dopo il colpo di karate ai danni di Pereira, prende la palla con la mano e l’arbitro lo grazia.

MOLLATO DA TUTTI – Lo ha scaricato Prandelli che fin dalle qualificazioni gli aveva affidato le chiavi dell’attacco: “E’ un giocatore che non capisci mai quando sia calmo e quando non lo sia. È un attaccante importante, ma deve dare equilibrio, avevo paura di restare in 10”. Lo ha accusato il gruppo, poco incline a digerire i suoi atteggiamenti da lupo solitario e un po’ incazzoso, tra cui citiamo le liti in ritiro con la futura moglie Fanny. I senatori più o meno in modo velato lo hanno smontato: prima Buffon – “In campo bisogna fare, e non basta il potrebbe fare o magari il farà. In campo si vede chi c’è. E chi non c’è, non c’è.” – poi De Rossi – “Dobbiamo ripartire dagli uomini veri. Non dalle figurine o dai personaggi: questi non servono alla Nazionale. Chi non si sente di infondere lo stesso impegno, chi non ha la stessa passione rimanga a casa”.

RITORNO IN PREMIER? – Lo ha poi mollato il suo club, il Milan. Barbara Berlusconi qualche giorno fa ha definito Balotelli “un grande” ma non insostituibile, mentre papà Silvio aveva già chiarito la sua posizione illo tempore: “E’ una mela marcia, è una persona che non accetterei mai nello spogliatoio”. Prima, ovviamente, dell’ennesima giravolta del Cavaliere, con il colpo di scena e l’arrivo in pompa magna di Supermario a Milanello. La dirigenza rossonera ora sembra stanca: l’Arsenal di Arsene Wenger con 25 milioni se lo porta a casa. Lo stesso Filippo Inzaghi, nuovo tecnico del Milan, ha dato il suo assenso alla cessione.

MARIO L’EX SUPEREROE – Sembra lontano secoli il fotogramma di Balotelli che esulta mostrando i muscoli dopo la doppietta alla Germania all’Europeo, abbracciato dai compagni e osannato dal pubblico. Quella competizione sembrava averci consegnato un calciatore affermato, affamato, adulto. Ci siamo illusi. Il trascinatore, il bomber, il campione che un’intera nazione aspettava, in Brasile si è rivelato un fantasma, un corpo estraneo. Soltanto le settimane e i mesi a venire ci diranno se siamo davvero davanti ad uno dei giocatori più sopravvalutati della storia del calcio italiano. Già da domani per Balotelli inizia un’altra carriera. (Foto di copertina: La Presse)

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