Satira social: una pausa per chi ha creduto alla storia del prestito di 60 lire fatto da Draghi a Magalli

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Tutto è partito da una pagina Facebook con un chiaro ed evidente intento ironico. Eppure qualcuno ha preso quella vicenda per vera

Non si può neanche parlare di una bufala, ma di un’iperbole ironica – chiaramente ironica – a cui qualcuno ha creduto veramente. Parliamo della storia di «Mario Draghi prestò 60 lire a Magalli», comparsa sui social (Facebook in primis) nella giornata di giovedì 4 febbraio, all’indomani del post condiviso dal decano dei conduttori Rai e compagno di liceo dell’ex Presidente della BCE e possibile prossimo Presidente del Consiglio. Un post – condiviso centinaia di volte – che ha addirittura anticipato il trending topic del giorno su Twitter: #QuallavoltacheDraghi.



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Secondo le nostre ricerche, il post originale è stato pubblicato poco dopo la mezzanotte di mercoledì 3 febbraio da Davide Diddielle e ricondiviso all’interno del gruppo Facebook «Satiripus», che raccoglie i migliori post ironici e meme (con chiave satirica) e li seleziona per la pubblicazione sulla pagina madre.



Ovviamente, gli utenti iscritti al gruppo erano a conoscenza della natura satirica del post e lo si evince anche tra i commenti. Ma quel che viene raccontato in forma ironica è stato copiato&incollato da altri utenti Facebook, ritenendolo vero.



Draghi prestò 60 lire a Magalli, come qualcuno ha creduto a un post ironico sui social

Ma della storia di Draghi prestò 60 lire a Magalli non vi è traccia da nessuna parte. E se l’incipit del post diventato virale può trarre in inganno (sembra la classica storia strappalacrime), il resto è un’evidente iperbole ironica che trasforma il tutto, per usare una citazione di Maccio Capatonda, una lacrima strappa-storie. Insomma, i due erano compagni di classe, come confermato su Facebook dallo stesso conduttore Rai.

Ma il giovane Draghi non prestò 60 lire a Giancarlo Magalli che aveva dimenticato a casa i soldi per la merenda; non li chiese indietro con un TAEG del 23% e un tasso variabile del 13,5%; non obbligò il futuro conduttore Rai a lavorare per lui. E, soprattutto, Magalli non tentò ripetutamente il suicidio per asfissia all’interno del famoso vaso cinese, protagonista della trasmissione I Fatti Vostri.