La rivincita del giornalista del Fatto Quotidiano a cui Draghi aveva detto: «Quello che afferma è falso»

Nei giorni della definitiva approvazione della legge di bilancio, ci si rende conto che i maggiori beneficiari della riforma dell'Irpef sono i redditi da 40mila euro

Durante la tradizionale conferenza di fine anno del presidente del Consiglio, organizzata dall’Ordine dei Giornalisti, in tanti hanno puntato l’attenzione su un episodio che si è verificato nel bel mezzo dell’incontro. Un giornalista del Fatto Quotidiano, Manolo Lanaro, ha posto una domanda a Mario Draghi sulla riforma dell’Irpef e sui mancati benefici per i redditi più bassi. Il presidente del Consiglio ha risposto citando alcuni dati, ma partendo da una premessa che a molti è parsa inappellabile: «Quello che lei sta affermando è falso». In realtà, con il progredire della legge di Bilancio nelle aule di Senato prima e di Camera poi, diversi organi di stampa e diverse analisi hanno effettivamente appurato che la riforma dell’Irpef mostra i suoi benefici maggiori per i redditi intorno ai 40mila euro. Che proprio bassi non possono essere considerati.



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Draghi e il giornalista del Fatto Quotidiano, il secondo capitolo della vicenda

Nonostante queste evidenze, al momento della conferenza stampa, la risposta di Mario Draghi era stata accolta con consenso praticamente unanime da parte del resto dei giornalisti presenti in sala stampa e su Twitter alcuni commentatori avevano persino fatto dell’ironia sulla testata – il Fatto Quotidiano, appunto – per cui il giornalista che ha posto la domanda sull’Irpef era inviato. Una testata, notoriamente, mai tenera nei confronti di Mario Draghi e della sua azione di governo.



Tuttavia, nella giornata di ieri, sono state diverse le pubblicazioni italiane che hanno evidenziato la contraddizione, sostenendo che la riforma vada a favorire i redditi medio-alti e gli stipendi dei dirigenti. Questo ha portato il giornalista del Fatto Quotidiano a pubblicare un post su Facebook e a lanciare un tweet in cui analizza quello che gli è accaduto personalmente e quello che è accaduto all’ecosistema informativo in generale:

«Utenti, evidentemente esperti di aliquote e tasse, non senza insulti, hanno gioito per la risposta di Draghi – ha scritto Manolo Lanaro -. C’è chi, non avendo di meglio da fare, mi ha cercato e mi ha mandato messaggi su Instagram per percularmi. Ma questo non mi interessa. A dispiacermi è stato l’atteggiamento di colleghi giornalisti, tweet star con migliaia di followers, entusiasti per come Draghi mi abbia contraddetto. Alla festa non sono mancati politici nazionali e locali che si lamentano della gogna social per la propria parte politica».

Nel prosieguo del post, il giornalista ha lamentato anche l’atteggiamento degli stessi colleghi nei confronti della sua testata e lo stato dell’informazione del Paese.

Foto IPP/zumapress – Roma