La risposta delle donne di Ormea, due anni dopo l’insulto di Salvini

Non può essere considerata una coincidenza. Da qualche tempo, specialmente via Twitter, sta sorgendo un nuovo movimento di protesta nei confronti – soprattutto – del ministro dell’Interno Matteo Salvini, a colpi di hashtag #facciamorete. Qualcuno è andato a ripescare una vecchia storia del 2016, in cui l’allora leader della Lega offendeva pesantemente le donne di Ormea.

Donne di Ormea, cosa aveva fatto Salvini nel 2016

Il comune, di poco più di 1600 abitanti, si trova in provincia di Cuneo in Piemonte. Più di due anni fa, Salvini espose, tra la folla accorsa a salutarlo, un cartello: «Ad Ormea i rifugiati sono una risorsa (ha detto il signor sindaco) – c’era scritto – lo possono testimoniare alcune troie del posto che fino ad ora hanno usufruito di queste risorse. Sarebbe utile che l’amministrazione comunale chiedesse al prefetto l’arrivo di diverse rifugiate (massimo trent’anni) così anche i mariti usufruirebbero di queste risorse».

Il cartello è sessista e razzista. Queste immagini, tuttavia, erano finite un po’ nel dimenticatoio. Negli ultimi giorni, tuttavia, sono tornate a circolare tra gli account dei social. Nella giornata di ieri, poi, è andata in scena una vera e propria manifestazione di solidarietà da parte di tutte le donne che si sono riconosciute solidali nei confronti delle abitanti di Ormea. In tante hanno voluto mostrare il loro volto con un cartello in cui veniva scritto a penna l’hashtag #LeDonnediOrmea.

L’iniziativa delle donne di Ormea supera i confini del Piemonte

L’iniziativa, com’era prevedibile, si è diffusa anche fuori dai confini del Piemonte, com’è tipico delle proteste mediatiche via social network. Serenella Omero, avvocato e consigliere comunale di Ormea, tuttavia, pensa addirittura a qualcosa che superi i confini del web. Al Secolo XIX, infatti, ha dichiarato che si sta pensando a un’azione legale nei confronti del ministro Salvini che, all’epoca dei fatti, aveva esposto con atteggiamento goliardico un cartello dai contenuti veramente imbarazzanti.

La possibile azione legale, dunque, si sposa con il messaggio via social lanciato dalle donne di Ormea: «Caro ministro – hanno scritto -, siamo Donne e come tali chiediamo di essere rispettate. La nostra campagna è appena cominciata e non si fermerà finché non avremo le Sue scuse ufficiali. Sue e di coloro che hanno scritto quel terribile testo in quel A4. Le donne hanno la testa dura, carattere forte e determinato e arrivano dove vogliono. La nostra disapprovazione parte dai media perché Lei vi è collegato tutto il giorno. Chiediamo a TUTTI quelli che si sentono presi in causa, maschi e femmine, di condividere la nostra foto o a loro volta scattarne una».

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