Don Roberto Malgesini, il direttore della Caritas: «Smettiamo di odiarci o tragedie come questa si ripeteranno»

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I primi commenti di chi lo conosceva definiscono l'omicidio di don Roberto Malgesini causato dal clima di odio in cui viviamo

L’intera comunità viene descritta come incredula per la morte di don Roberto Malgesini. Tutti lo descrivono come «un vero prete di strada», sempre schierato con gli ultimi. Si indaga per capire la causa dell’accoltellamento di cui è rimasto vittima questa mattina alle 7 a Como, in piazza San Rocco e vicino alla sua abitazione. All’arrivo dei soccorsi purtroppo non c’era già più niente da fare per il prete. La comunità si sta stringendo attorno alla salma di don Roberto Malgesini, benedetta dal vescovo Oscar Cantoni a pochi metri dalla chiesa di San Rocco prima di essere portata via.



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«Una tragedia che nasce dall’odio che monta in questi giorni»

A spiegare chi era don Roberto Malgesini e perché è morto ci ha pensato il direttore della Caritas, don Roberto Bernasconi. Era pienamente consapevole dei rischi che correva ogni giorno: «Era una persona mite, era cosciente dei rischi che correva. La città e il mondo non hanno capito la sua missione». Sul perché sia stato ucciso ha un’idea precisa, paragonando la sua morte al martirio: «Voleva trasmettere un messaggio cristiano attraverso la vicinanza a queste persone» e aggiunge che si tratta di «una tragedia che nasce dall’odio che monta in questi giorni ed è la causa scatenante al di là della persona fisica che ha compiuto questo gesto».



La morte di don Roberto Malgesini è una tragedia destinata a ripetersi

L’opinione di don Roberto Bernasconi è chiara: «O la smettiamo di odiarci o tragedie come questa si ripeteranno. Spero che questo suo martirio possa contribuire allo svelenamento della società». Intanto anche la Diocesi del sacerdote lo ha ricordato con afferro definendolo «un pezzo di pane». Il sindaco della cittadina, Mario Landriscina, ha deciso di proclamare il lutto cittadino. Secondo le prime ricostruzioni il sacerdote stava per cominciare il suo giro di distribuzione delle prime colazioni e, scendendo sotto casa, avrebbe trovato l’omicida ad attenderlo. Il sospettato, che si è già costituito, è un senza tetto di origini tunisine con problemi psichici. Il don conosceva quest’uomo, lo assisteva e sembrava che tra i due ci fossero buoni rapporti.