Il documento che ha frenato il governo: la riapertura di tutte le attività e della scuola avrebbe aumentato l’indice di contagio

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La relazione dell'ISS guidata da Silvio Brusaferro

Scenari analizzati in molteplici visioni. È questo il contenuto della relazione che l’Istituto Superiore della Sanità guidato da Silvio Brusaferro aveva fornito il 22 aprile scorso all’esecutivo. Al centro di tutto, c’è l’ormai famoso indice di contagio R0 che, in queste ultime settimane, è sceso sotto la soglia critica del valore uguale a 1. Il 6 aprile scorso si attestava, con una media nazionale, tra lo 0,5 e lo 0,7. Un valore positivo rispetto al mese di marzo ma che comunque permette una certa diffusione del contagio. Il tutto si è registrato in regime di lockdown. Con diverse riaperture, quindi, l’indice avrebbe avuto la propensione alla risalita.



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Documento ISS sul contagio, la prudenza del governo

La ripresa dei soli settori manifatturieri, dell’edilizia e di tutte quelle attività collegate alla produzione di quelle aziende che non hanno mai chiuso nemmeno nel corso del lockdown permetterebbe una variazione minima sulla modifica di questo indice, così come un aumento percentuale del 10% delle attività di svago (da qui la decisione del governo di permettere gli incontri con i congiunti, ma non già le riunioni di famiglia) se effettuato in sicurezza.



Tuttavia, le indicazioni più preoccupanti sarebbero arrivate proprio con una riapertura dei ristoranti e delle scuole. Semplicemente il rientro in classe degli alunni avrebbe avuto un valore di 0,5 in più sull’indice R0 riportando, entro la prima settimana di giugno, la situazione delle terapie intensive negli ospedali nazionali al collasso. Stessa cosa vale per il settore della ristorazione e per il settore commerciale: la ripresa avrebbe inciso pesantemente sull’indice (in misura, tuttavia, minore rispetto all’incidenza della riapertura delle scuole). Per questo motivo, si è pensato di analizzare l’andamento di questa prima parte della fase 2 per poi diversificare le varie riaperture anche nelle settimane successive.

Documento Iss sul contagio, le perplessità

A tutto questo si aggiunge la ferrea raccomandazione di utilizzare i dispositivi di protezione per limitare del 25% la possibilità di diffusione del contagio. L’Istituto Superiore di Sanità, nell’ultima parte della sua relazione tuttavia, ha espresso delle perplessità in proposito. Mancherebbero le evidenze scientifiche sull’efficacia delle mascherine, ma resterebbero fortemente consigliate. Inoltre, occorre valutare anche la risposta della popolazione alle prescrizioni, a partire dai primi comportamenti individuali che verranno tenuti in questa fase 2 dell’emergenza coronavirus. Perplessità anche sulla ripresa delle funzioni religiose, ritenute veicolo di contagio come qualsiasi altra manifestazione che possa prevedere più persone nello stesso posto.



Resta chiaro, inoltre, che anche le Regioni dovranno fare la loro parte, inasprendo laddove le norme generali siano poco adatte alle situazioni di emergenza di alcuni territori (si pensi alla Lombardia, ma anche al Piemonte, alla Valle d’Aosta, all’Emilia-Romagna) ed evitando soprattutto pericolose fughe in avanti.