Fedez ha confermato che Raitre non aveva approvato la prima versione del suo discorso al Primo Maggio

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«È la prima volta che mi capita»

Gestione pessima del servizio pubblico della Rai della questione discorso Fedez al Primo Maggio. Il rapper e influencer da 12 milioni di followers ha reso noto al suo pubblico – con una vasta eco e con una risonanza senza pari – di aver visto bocciata la prima versione del suo discorso sul palco dell’Auditorium dove – alla presenza di alcune centinaia di spettatori – è tornata la musica dal vivo in Italia dopo l’autunno-inverno della pandemia di coronavirus. Il concertone del Primo Maggio ha da sempre veicolato messaggi politici: per quale motivo, proprio quest’anno, quando è apertissima la questione legata all’approvazione del Ddl Zan, sarebbe dovuto essere diverso? E invece, la Rai avrebbe bocciato la prima versione del discorso di Fedez, chiedendo all’autore di fornire i testi. Un caso che Fedez ha commentato con fastidio, attraverso la sua cassa di risonanza più ampia: le stories su Instagram.



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Discorso Fedez al Primo Maggio, la Rai fa calare il controllo

Federico Lucia, infatti, ha parlato di quanto accaduto in questa giornata così particolare per i vertici della Rai: «È la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento – ha scritto – perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione che purtroppo non c’è stata in prima battuta, o meglio dai vertici di Raitre mi hanno chiesto di omettere dei partiti e dei nomi e di edulcorarne i contenuti. Ho dovuto lottare un pochino, ma alla fine sono riuscito a esprimermi liberamente. Come ci insegna il Primo Maggio, nel nostro piccolo dobbiamo lottare per le cose importanti. Ovviamente da persona libera mi assumo tutte le conseguenze di quello che faccio e dico».



Pomeriggio turbolento, dunque, dietro le quinte del palco del concertone, con i vertici della Rai che – all’inizio – non avrebbero dato il semaforo verde al discorso di Fedez. Che si annuncia, in ogni caso, molto sincero, soprattutto sulle tematiche politiche che il rapper ha affrontato ultimamente: dalla gestione della pandemia al Ddl Zan.

Fedez, da scaletta, è salito sul palco alle 21.20. E intanto, prima ancora che potesse esprimersi, la Lega ha già inviato un comunicato stampa, in cui afferma che Fedez salirà sul palco per fare propaganda politica. Il Carroccio ha chiesto di impugnare il contratto. Fa eco Matteo Salvini che ha ricordato come il concerto del Primo Maggio abbia un costo di 500mila euro che sarebbe «pagato dagli italiani» e che, pertanto, non sarebbe giusto approfittare di questa occasione per una propaganda politica di parte. La risposta diretta di Fedez non si è fatta attendere: «Io vado al concertone a gratis e pago i miei musicisti che non lavorano da un anno e sul palco vorrei esprimermi da uovo libero senza che gli artisti debbano inviare i loro discorsi per approvazione preventiva da voi politici. Il suo partito ci è costato 49 milioni di euro».



Il discorso di Fedez

Pochi minuti prima dell’esibizione di Fedez, la Rai ha smentito la ricostruzione fatta dal cantante: «È fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta» – ha detto la Rai in una nota. Ma il concetto è stato comunque ribadito da Fedez sul palco del Primo Maggio: «Il contenuto di questo intervento è stato definito inopportuno dalla vicedirettrice di Raitre». 

Fedez ne ha avuto per tutti. Ovviamente, il primo bersaglio politico è stata la Lega, ma le critiche non hanno risparmiato nemmeno il presidente del Consiglio Mario Draghi: «Caro Mario – ha detto Fedez dal palco del Primo Maggio -, come si è esposto riguardo alla Superlega con grande tempestività, sarebbe altrettanto gradito il suo intervento nel mondo dello spettacolo. Ostellari ha deciso che il Ddl Zan può essere tranquillamente essere bloccato per l’egoismo di uno solo. D’altronde fa parte di uno schieramento che ne ha dette di cose sul tema». Fedez, a questo punto, ha fatto un elenco di tutte le uscite più omofobe dei rappresentanti istituzionali della Lega, a tutti i livelli.  Poi, lo slogan conclusivo: «Cari antiabortisti, caro Pillon: avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori – ha detto Fedez – e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate dentro».